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La lotta alle fake news

Scatta la morsa di Tik Tok: ecco il Grande Fratello delle fake news

La piattaforma Tik Tok applica nuove restrizioni ai contenuti che circolano sul social, in vista delle elezioni politiche italiane

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Si avvicinano le elezioni politiche del 25 settembre e scatta la morsa contro le definite fake news. Protagonista delle nuove limitazioni è la piattaforma cinese Tik Tok, seguita da oltre un miliardo di utenti al mondo – di cui più di 5 milioni in Italia – soprattutto tra giovani e giovanissimi.

Tik Tok contro le fake news

Il nuovo social, esploso in questi ultimi anni, ha elaborato uno specifico Centro Elezioni per il voto italiano del prossimo mese e per le elezioni di midterm americane. Come spiega in una nota la società: “L’obiettivo è di aiutare chi interagisce con contenuti in materia elettorale ad attingere a fonti e informazioni affidabili”. E ancora: “A partire dai prossimi giorni, verranno anche applicate specifiche etichette ai contenuti individuati come relativi alle elezioni politiche 2022, oltre a quelli proposti da account appartenenti a esponenti politici e partiti”. La finalità di queste etichette sarebbe quella di proibire “contenuti che presentino disinformazione elettorale, abusi, comportamenti d’odio ed estremismo violento”.

Il problema principale rimane sempre quello che ha riguardato anche la piattaforma Twitter: chi e come si può stabilire se un contenuto sia politicamente corretto o meno? Per la prima domanda, sempre in una nota, la società afferma come il Centro Elezioni sarà gestito “tramite una combinazione di moderatori umani e tecnologie, oltre alla collaborazione con organizzazioni di fact-checking accreditate, tra le quali Facta.News in Italia e molte altre a livello globale”. Al contrario, rimane ancora incerta la risposta al secondo quesito. Sarebbe impossibile non pensare, infatti, come tali moderatori non abbiano un orientamento politico, o che non vi sia il rischio di decisioni specificatamente orientate.

Libertà negate

Il rischio più grande è che la libertà di parola e di espressione sia subordinata a scelte artificiali, tecnologiche, oltre che ad un gruppo ristretto di soggetti, abilitati a decidere cosa può o non può essere scritto, riportato, raffigurato sul social.

Emblematico è stato il caso di Twitter, appunto. Dopo l’assalto di alcuni facinorosi repubblicani a Capitol Hill, il 6 gennaio 2021, la piattaforma decise di sospendere a tempo indeterminato l’account di Donald Trump. Allo stesso tempo, però, il profilo del portavoce delle forze talebane afghane rimaneva indiscutibilmente aperto, anche dopo la tragica ritirata americana dell’agosto dello scorso anno. Insomma, per Twitter risultava essere più pericoloso il legittimo presidente degli Stati Uniti d’America, piuttosto che i talebani, assoluti protagonisti di violazioni dei diritti umani.

Pare inesorabile che questo sistema, di cui il doppiopesismo ne è una bandiera portante, possa ricadere anche nel corso della campagna elettorale italiana, iniziata ufficialmente ieri. Negli Usa, la questione pare essere ancor più spinosa: ormai da un paio di anni, le autorità di Washington hanno posto nel mirino Tik Tok, per i suoi legami con la dittatura comunista cinese. Il punto della controversia riguardava proprio l’accessibilità dei dati degli utenti americani al regime di Pechino, arrivando addirittura alla minaccia di Trump di volerlo chiudere.

Queste tensioni non sono presenti, in modo così accentuato, nel nostro Paese. Eppure, rimane sempre un tremendo interrogativo, quando si parla di “lotta alle fake news“: cosa può essere definito oggettivamente come “informazione affidabile”? Chi controlla che le decisioni dei controllori non siano influenzate dal proprio credo politico? Saremo vecchi liberali, ma il metodo che funziona rimane sempre quello classico: totale libertà di informazione, di espressione, di parola, su tutti i canali giornalistici o politici, cartacei ed online. Sarà poi il singolo individuo a stabilire cosa sia rilevante per la sua decisione finale nelle urne.

Matteo Milanesi, 27 agosto 2022