Aggiornate la lista di atleti scontenti per le condizioni del villaggio olimpico di Parigi. Medaglia d’oro per la mala gestione. Dopo Thomas Ceccon stremato dal caldo e costretto ad appisolarsi all’aperto, dopo i letti di cartone e l’assenza di condizionatori, dopo le critiche per le poche proteine nei pasti (il green il green!), adesso arriva la denuncia di Adam Peaty che s’è trovato pure i vermi nel piatto. Va bene richiedere un po’ più di proteine, ma non è così che intendevano corridori e nuotatori.
Il 29enne britannico, sei volte medaglia olimpica, argento nei 100 metri rana in questa edizione, insomma mica un pischello, in un’intervista con The.i ha fatto sapere che il livello del “catering non è abbastanza buono per le performance che ci si aspetta dagli atleti”. Non siamo mica ai Giochi della Gioventù: qui si decidono carriere, sponsor, visibilità mondiale. Pensare di allenarsi per quattro anni per ritrovarsi il giorno della gara debilitato dai batteri della Senna, dal pasto scarso o dal caldo torrido è fuori da ogni logica. Tranne che da quella degli organizzatori francesi.
Organizzare un evento simile non è roba da poco. Sia chiaro. Il punto sta tutto nel capire, però, se le decisioni logistiche siano state determinate da prese di posizione per così dire… ideologiche. Secondo Peaty, sì. Sarà anche vero che gli organizzatori hanno lavorato a stretto contatto con i nutrizionisti delle squadre e che le forniture sono state adeguate via via che il numero di ospiti al Villaggio aumentava e in base al consumo effettivo dei vari alimenti. Ma l’atleta britannico fa notare che gli impegni climatici di Parigi (rendere il 60% dei pasti senza carne e per un terzo a base vegetale) avrebbe influito eccome sulla qualità generale. “La narrazione della sostenibilità è stata punitiva sugli atleti – ha detto Peaty – Voglio carne, ho bisogno di carne per esibirmi ed è quello che mangio a casa, quindi perché dovrei cambiare?”. Fosse solo quello. L’atleta ha dovuto fare i conti anche con pietanze rivedibili: “Mi piace il pesce, le persone qui hanno trovato vermi nel pesce. Semplicemente il cibo non è abbastanza buono”.
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E infatti, come tanti altri, anche lui a un certo punto ha deciso di trasferirsi altrove per poter godere di un pasto migliore. Non è l’unico. Le lamentele si sprecano. Il nostro Ceccon, pisolino a parte, ha confessato di sentirsi “un po’ stanco” perché al Villaggio si faceva “fatica a dormire sia la notte che nel pomeriggio, tra rumore e caldo”. Facile, visto il clima non esattamente polare, l’assenza di aria condizionata nelle camere e un letto di cartone “troppo piccolo e duro”. Il basket, con i suoi atleti di oltre 2 metri, ha da tempo preso decisioni drastiche: le federazioni di Grecia, Serbia, Canada, Usa e Francia hanno abbandonato Saint-Denis e si sono acclimatate in un lussuoso hotel parigino. La sfida olimpica entra nel vivo e dormire bene può fare la differenza. Altro che ventilatori da pochi euro.
Il tutto condito, non nel senso di olio e sale, dalle polemiche che ruotano attorno alla Senna. Stamattina l’allenamento delle nuotatrici e dei nuotatori della gara sui 10km in acque libere è stato annullato. Solito problema: nel fiume simbolo di Parigi galleggiano soprattutto batteri fecali. Ieri il Belgio ha ritirato la sua squadra di Triathlon a causa di un’atleta ricoverata in infermeria a causa di problemi gastrointestinali. Sono tanti, almeno tre, quelli che – dopo il bagno nella Senna – hanno vomitato o registrato problemi di vario tipo. Difficile dire se sia colpa del fiume, anche se è probabile, come sostengono quasi tutti i responsabili delle varie delegazioni. Il Cio però non fa passi indietro: le gare si faranno. Gli organizzatori hanno spiegato oggi che “alle ore 6.30 di questa mattina sono stati prelevati dei campioni, i risultati delle analisi sono arrivati alle 10.30 e i valori per quanto concerne gli enterococchi sono all’interno dei margini stabiliti per la balneabilità, fra 242 e 378”. Come ha riferito Anne Descamps, portavoce del comitato organizzatore, “c’è un solo valore al di sopra della soglia ma è in un punto molto lontano da dove si svolgono le gare”. E il fiume non scorre? “Le concentrazioni di escherichia coli ed enterococchi sono bassissime e quindi c’è balneabilità: la Senna è balneabile e le gare possono svolgersi”. Sarà.
Ma come va ripetendo Gregorio Paltrinieri da giorni e come sussurrato da Jolien Vermeylen, in quelle acque “ho visto e annusato cose che…”. E poi c’è da tenere a mente un altro dettaglio: nuotare nel fiume non è come farlo in piscina. La Senna viaggia con correnti forti e anomale, circa un metro al secondo al centro e 0,4 ai lati del fiume, motivo per cui “testare” il campo gara sarebbe fondamentale. Ma sin qui le prove libere sono state sovente annullate. Il che, ovviamente, produce non pochi disagi. “Sarà uguale per tutti – sintetizza il ct italiano Stefano Rubaudo – ma non è paragonabile a nulla in cui i ragazzi hanno nuotato in passato”.
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