Il nodo restrizioni Covid

Schillaci, cosa pensa il nuovo ministro di vaccini e green pass

Giorgia Meloni ha scelto il rettore di Tor Vergata per il dicastero della Salute. Ma…

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Premesso che sul tema ancora caldo delle restrizioni sanitarie il ministro della Salute non ha mai deciso autonomamente, sebbene spesso e volentieri Roberto Speranza abbia inasprito le norme uscite dal Consiglio dei ministri con le sue surreali circolari, ciò che il suo freschissimo sostituto, il rettore dell’Università Tor Vergata, Orazio Schillaci, ha avuto modo di dichiarare su Rai 1 desta molte perplessità, per non dire di peggio.

Intervenendo a Unomattina del 14 ottobre 2021, così si è espresso Schillaci sulle questioni molto controverse dei vaccini e dell’abominevole green pass: “Io credo che bisogna dare un messaggio positivo, perché è straordinario che oltre il 90% degli studenti universitari si siano liberamente fatti vaccinare. Questo è molto importante. Se noi guardiamo ai dati epidemiologici, gran parte dei decessi nelle situazioni più gravi di questa pandemia riguardano gli over 50. Quindi il fatto che dei ragazzi, media ventenni, abbiano con grande senso civico capito l’importanza per gli altri della loro vaccinazione è un dato di fatto importante”.

E ancora: “Il green pass – bontà sua – rimane uno strumento indispensabile per assicurare la sicurezza all’interno delle aule universitarie. Noi nel nostro ateneo già dal primo settembre abbiamo iniziato ad impiegare il green pass per la prenotazione delle aule”.

In sostanza, nei panni dell’accademico, Schillaci ha sostenuto il condensato di balle spaziali che hanno giustificato l’applicazione dell’orrendo lasciapassare sanitario. Balle che, vorrei informare l’attuale ministro della Salute, si stanno sciogliendo come neve al sole man mano che emergono alcuni fatti eclatanti, come l’ammissione di un vaccino che non blocca i contagi fatta dai responsabili di Pfizer.

Inoltre, in merito al decantato senso civico dei giovani che si sarebbero liberamente sottoposti al vaccino andrei cauto, dal momento che questi ultimi, così come per il resto della popolazione, hanno subìto e continuano a subìre un inaccettabile ricatto che trova proprio nel green pass il suo odioso caposaldo.

Ora, in base al detto cinese secondo cui non conta il colore del gatto, bensì solo che esso riesca a prendere il topo, noi aperturisti confidiamo che nella nuova veste di ministro della Salute, sostenuto da una maggioranza che ha promesso in campagna elettorale di farla finita con gli obblighi e le restrizioni, il buon Schillaci si adegui al nuovo corso, ammesso e concesso che i vincitori del 25 settembre intendano realmente voltare pagina sul piano di una pandemia che sembra infinita.

Anche perché, in conclusione, sarebbe tragico, dopo tutto ciò che ci hanno fatto passare in questi anni di terrore virale, ritrovarci con un clone di Speranza al ministero della Salute.

Claudio Romiti, 23 ottobre 2022

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