Schlein dica la verità agli operai: è colpa del “suo” Green Deal se perdono il lavoro

La segretaria Pd prima vota e sostiene le campagne verdi dell’Ue, uccidendo il settore, poi chiede fonti per l’automotive

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Schlein automotive

L’assalto alla sanità è fallito miseramente, un esito piuttosto prevedibile considerando le basi dell’attacco: omettere i disastri commessi dal suo partito nei governi precedenti non è servito a convincere gli italiani a riconsiderare il loro sostegno al governo. Ora Elly Schlein ha deciso di provare a tornare popolare tra i lavoratori, incontrando gli operai di Trasnova che hanno ricevuto la lettera di licenziamento di Stellantis. Tutto è valido per tentare di guadagnare elettori, per carità, ma l’ex vice di Bonaccini ha forse dimenticato di aver ignorato gli umili per occuparsi dei diritti dei gay, degli immigrati e soprattutto della religione green.

Provando riconquistare la fiducia di uomini e donne che hanno perso il lavoro, la segretaria del Partito Democratico ha denunciato la preoccupazione per il segnale di smobilitazione di Stellantis dall’Italia. Ha rivendicato di aver sollevato le questioni durante l’audizione con l’ormai ex ad Tavares e di voler “vedere un piano industriale che garantisca l’occupazione e che garantisca l’indotto”. Ma il passaggio incredibile è un altro: “Chiediamo che il governo – ha detto Elly – si assuma le sue responsabilità togliendo quell’inutile e dannoso taglio ai 4,6 miliardi di fondi per l’auto, chiedo al governo italiano di battersi insieme a noi per un fondo europeo sull’automotive che ne ha bisogno, altrimenti rischiamo di avere lo smantellamento di una filiera strategica in Italia e in tutta Europa”. Come, scusa?

La Schlein ha davvero il coraggio di accusare di tutti i mali al taglio ai 4,6 miliardi di euro di fondi per l’automotive? Lei, segretaria di quel partito che ha votato qualsiasi stupidaggine green. Lei, che non ha intenzione di rivedere lo stop alle auto a benzina e diesel a partire dal 2035. Lei, che è genuflessa a tutte le cretinate verdi, tanto da continuare a credere che il futuro sia rappresentato dalle elettriche, senza tenere conto che il mercato è fermo e che gli italiani non hanno alcun interesse nei confronti dei veicoli alla spina, se non con incentivi così favorevoli da rendere l’acquisto un affare. L’italo-svizzera comprenderà che non è possibile svenarsi a suon di incentivi per il prurito green?

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C’è un’incoerenza visibile a occhio nudo nelle parole della Schlein. Se tiene così tanto al settore dell’automotive non dovrebbe lamentarsi dei tagli del governo, ma dovrebbe iniziare a curare gli interessi nazionali in Europa, fermando il pericoloso progetto della vicepresidente talebano-spagnola Teresa Ribera, che tra dieci anni vuole mettere in soffitta milioni di auto a combustione e anche milioni di posti di lavoro. Senza un’inversione di tendenza, infatti, Elly dovrà sdoppiarsi per andare a trovare tutti i lavoratori licenziati a causa delle posizioni integraliste in nome della crisi climatica. Che rischiano di mandare il settore gambe all’aria.

Franco Lodige, 7 dicembre 2024

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