Politica

Schlein e Conte, il corteo antifascista è una farsa

I leader di Pd e 5Stelle saranno presenti alla manifestazione del 4 marzo a Firenze

Compagna, il popolo non copre le bollette. Dategli dell’antifascismo. La lunga marcia verso la fusione dei fissati, dei fanatici, sinistra social comunista mezza piddina e mezza grillina, passa per Cospito e il liceo Michelangiolo, per la professoressa Savino che teme la risacca diciannovista, per il sabato antifà. È qui che si incontreranno gli stati generali di due leader di laboratorio, Elly e Beppi, e la vedremo, ah se la vedremo, chi è più sovversivista, movimentista, massimalista. Perché non c’è dubbio che nella Firenze delle ombre rosse, delle cosche rosse i casini scoppieranno e grandi casini: le minacce, garantite, alla Meloni nel garantismo carrierista dei soliti, le foto bruciate, le devastazioni democratiche, la guerriglia proustiana, i pupazzi impiccati per i piedi, il vaneggiare a pugno chiuso degli spiaggiati da centro sociale.

Nella Firenze dell’eterna ebollizione più o meno armata, del misterioso comitato esecutivo delle Bierre che non si è mai localizzato ma dove comandava il terrorista prof. Senzani, implicato coi Servizi italiani e gradito ospite di quelli americani. Roba che i vecchioni del Pd sanno benissimo come la sa il prof. Prodi delle sedute spiritiche fantasma per indirizzare a Gradoli (la via non il paese, cazzo!), a vana ricerca dei carcerieri di Moro. Prodi, amico, collega e sodale del padre della ragazza Schlein in seno al centro di potere il Mulino. Chi invece non sa niente di queste convergenze parallele è la generazione S, come Schlein, come Sardine. Quella che in nome dell’amore ti fa fuori senza complimenti. Cinica, ecco una continuità ittica col comunismo degli squali e dei piranha, al punto da usare un naufragio con un centinaio di morti per attribuirlo al governo e un regime di relativo isolamento su un balordo non innocuo per attribuirlo al governo.

Benzina sul fuoco da chi cerca l’incendio della prateria e lo cerca nella Firenze dei furori da centro sociale, sostenuta dalla stampa irresponsabile. Oggi come allora la provocazione miserabile fino alla messa in conto del morto da addebitare al regime fascista. Tanto fascista che finora si è preoccupato di andar d’accordo con gli ineffabili poteri forti, ineffabili ma non indicibili visto che i nomi li conoscono tutti: il Colle, la finanza totale della quale il massimo rappresentante Draghi dice “Noi decidiamo tutto o almeno ci proviamo, voi subite comunque”, la Unione Europea comitato d’affari della grande industria, i finanzieri eversivi come i Gates e i Soros che sostengono i manga di nome Elly o Greta, i burattinai perversi tipo Schwab, l’informazione unica che da questi è pagata e può farti scoppiare tra i piedi un ordigno mediatico in qualsiasi momento.

La verità è che il governo si muove sulle uova, i Piantedosi, i Valditara sono disastrosi nella comunicazione temendo conseguenze che, si mettessero l’anima in pace, arriveranno comunque. C’è un ordine costituito che non è modificabile, che può essere solo arginato come per la demenziale transizione all’auto elettrica e questo Giorgia Meloni lo sa e cerca di barcamenarsi. E c’è una effervescenza antagonista per le allodole, che lavora per il regime vero, un regime sovranazionale e finanziario. Per cui diventa fondamentale la recita dei sovversivi d’ordine che a Firenze vanno da comparse più o meno consapevoli di una rappresentazione di potere per il potere. O, per farla facile: ci va bene che in questa fase siate voi al comando purché sia chiaro che è un comando nominale, di facciata, che possiamo farvi fuori come e quando vogliamo. Poi magari si sbagliano anche loro, ma il senso del sabato (anti) fascista fiorentino è questo ed è palese.

La grande farsa della contrapposizione tra donne di vertice, la post fascista e la neocomunista, sta nella attribuzione alla premier di condizionamenti atlantici contro i quali si opporrebbe la pacifista e antagonista segretaria piddina che è una carica oggi patetica. Che Meloni abbia coltivato sponde atlantiste è chiaro e non è un delitto, ma ad uscire dalle fabbriche americane degli influencer politici, a sponsorizzare le tematiche del neorevisionismo pubblicitario americano, gender, clima, isteria antifà, ad avere un passaporto americano, connessioni con l’egemonia politica e culturale americana, è il nuovo capo del partito grillino democratico. Ma, siccome vale tutto, può benissimo valere che una adunata d’ordine venga partecipata dai leader d’ordine, del nuovo ordine, globalista, finanziario, in veste filosovversivista, sotto l’egida dell’antifascismo militante in sostegno a un insurrezionalista anarcoide bombarolo.

Max Del Papa, 2 marzo 2023