Nelle sue intenzioni vorrebbe ergersi a federatore di una stabile alleanza di campo largo che possa aggregare tutte le forze politiche orbitanti nel perimetro del centrosinistra e rappresentare una valida alternativa elettorale al centrodestra di governo. Nei fatti, però, non riesce neppure nell’intento di tenere insieme i suoi.
È questa la singolare situazione in cui trova attualmente Elly Schlein: mentre cerca disperatamente di trovare l’amalgama per legare le varie anime del blocco d’opposizione, impresa a ben vedere assai ardua, vista la contemporanea presenza nel fronte dei vari Renzi, Calenda, Conte e Fratoianni, il segretario dem rischia seriamente di perdere il controllo di una parte consistente del suo partito. Invero, è bene precisarlo, una leadership veramente forte, e largamente condivisa, dalle parti del Nazareno non si è mai vista da quando Elly Schlein è ascesa alla segreteria del Pd. Ma adesso, le fratture preesistenti tra i dem sembrano via via dilatarsi fino ad apparire del tutto insanabili.
Questa volta, l’oggetto del contendere è il terzo mandato. Da una parte c’è chi, come il segretario Schlein, chiude categoricamente all’ipotesi di un eventuale terza candidatura per i governatori. Dall’altro, invece, chi, come Vincenzo De Luca, proprio non vuole saperne di farsi da parte e si spinge fino a far votare al consiglio regionale della Campania una legge regionale che gli permetterebbe di fatto di correre per l’ennesima ricandidatura, la terza per l’appunto.
Una decisione, quella di De Luca, capace di mandare su tutte le furie il leader dem, che proprio non ci sta a perdere la partita interna al Pd con il governatore campano: “Possono votare tutte le leggi regionali che vogliono, ma questo non cambia la nostra posizione. Non lo supporteremo”, afferma un’infastidita Elly Schlein, aprendo di fatto una battaglia senza esclusione di colpi con il presidente della Campania che si preannuncia già scoppiettante.
Anche perché, nello scontro potrebbe presto inserirsi un terzo giocatore, quel Matteo Renzi già segretario del Pd al tempo della prima candidatura di Vincenzo De Luca alla guida della Regione Campania, nel lontano 2015. Dopo le batoste elettorali rimediate con l’alleanza campolarghista, l’ex rottamatore, sempre abile a seminare zizzania e a fiutare quelle situazioni da cui potrebbe trarre beneficio, ha deciso di rimescolare le carte e di tentare Vincenzo De Luca con una proposta: rompere definitivamente con il Pd, continuare spedito la corsa in vista del terzo mandato con il supporto dei renziani e vestire al contempo i panni del federatore del nuovo campo largo.
Ma quale altro campo largo ha in mente il senatore di Rignano? Quello di centro, il vecchio pallino di Matteo Renzi, un progetto archiviato malamente dopo il fallimento dell’alleanza terzopolista con Carlo Calenda, che ora il leader di Italia viva vorrebbe rispolverare nel tentativo di dare vita a un cartello elettorale centrista in grado di aggregare moderati, cattolici e riformisti. Tutti insieme appassionatamente, capitanati da un federatore d’eccezione: il plurigovernatore-sceriffo in fuga dal Pd Vincenzo De Luca.
Salvatore Di Bartolo, 7 novembre 2024
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