Con l’iter di approvazione della Manovra che entra ogni giorno più nel vivo, il compagno Maurizio Landini torna ancora una volta ad ergersi a capo politico dello sgangherato fronte d’opposizione. Una tradizione nata due anni or sono, dopo l’insediamento di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi, e ormai ampiamente consolidata, che vede ogni novembre il segretario della Cgil svestire i panni del sindacalista per indossare quelli dell’impavido capopopolo in lotta contro le scellerate decisioni dell’esecutivo.
Così, tra un’intervista e una manifestazione di piazza, l’autoproclamato paladino dei diritti dei lavoratori si diletta a interpretare la parte (che tanto ama) del leader politico, nella speranza di potere un giorno traslocare dalla segreteria del sindacato a quella di partito. D’altronde, sulla natura squisitamente politica delle mobilitazioni sindacali indette negli anni dal compagno Landini sembrano esserci pochi dubbi. Basti pensare che, da ultimo, lo sciopero generale proclamato da Cgil e Uil per il prossimo 29 novembre (un venerdì casualmente) in segno di protesta contro una Legge di Bilancio prontamente giudicata come “inadeguata” dai due sindacati, è stato convocato ancor prima di poter incontrare il governo (il tavolo sulla manovra tra esecutivo e sigle sindacali è fissato per il prossimo 5 novembre). Il che dimostra chiaramente come le posizioni di Maurizio Landini e del suo compagno di sventura Pierpaolo Bombardieri (il segretario generale della Uil) siano fortemente politicizzate e intrise di un tale pregiudizio ideologico da spingere i due leader sindacali ad annunciare lo sciopero generale con una settimana d’anticipo rispetto alla data dell’incontro con i rappresentanti dell’esecutivo.
Di più: per giustificare le loro condotte faziose ed irragionevoli i segretari di Cgil e Uil lamentano a gran voce di non essere stati coinvolti dal governo nel dialogo sulla manovra, denunciando pubblicamente l’atteggiamento di chiusura assunto da Palazzo Chigi nei loro confronti. Peccato solo che a smentirli sia arrivato il segretario della Cisl Luigi Sbarra, il quale, nel corso di un’intervista rilasciata a Libero, ha smontato pezzo per pezzo la mendace narrazione del duo Landini-Bombardieri, riconoscendo di fatto la non veridicità delle loro tesi: “L’interlocuzione con i vari ministeri è stata continua”, pertanto “tecnicamente non è vero che ci stanno chiamando a cose fatte”.
Insomma, ancora una volta il compagno Landini usa l’attività sindacale per le proprie finalità politiche, riducendo quell’atto “grave e solenne” (parafrasando Giuseppe Di Vittorio) che è lo sciopero in uno sconclusionato rituale a cadenza settimanale. E, ancora una volta, i buoni propositi e le nobili intenzioni del segretario della Cgil vengono prontamente smascherate e adeguatamente sbugiardate, trattandosi, a ben vedere, dei soliti vecchi pretesti per fare opposizione a un governo mai veramente digerito.
Salvatore Di Bartolo, 2 novembre 2024
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