Ormai è eterno scontro tra il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e la leader dell’opposizione Elly Schlein. Questa volta è la titolare di Palazzo Chigi a decidere di non mandarle a dire alla segretaria del Partito Democratico, dopo le accuse di autoritarismo rivolte alla maggioranza e la contestazione contro la ministra Eugenia Roccella al Salone del libro di Torino.
La stoccata di Meloni a Schlein
Intervistata da Bruno Vespa alla Masseria, in Puglia, la fondatrice di Fratelli d’Italia ha espresso il suo personale stupore che “la segretaria del Pd dica che siamo allergici al dissenso: se confonde il dissenso con l’autoritarismo, abbiamo un problema. Escludo che gli italiani credano che siamo in un regime di autoritarismo”. E ancora: “So che la preoccupazione della segretaria del Pd è reale, non strumentale, lei è davvero preoccupata”, risponde ironica alla domanda di Vespa.
Una battuta seguita da una conclusione tranchant: “La voglio tranquillizzare: il centrodestra da sempre difende le libertà di cittadini, famiglie e imprese, questo noi stiamo dimostrando e gli italiani lo capiscono”. E sotto quest’ultimo profilo, un dato che sicuramente avvantaggia Giorgia Meloni è quello degli ultimi sondaggi, che danno la coalizione di centrodestra in vantaggio di addirittura 20 punti percentuali in più rispetto alle forze dell’opposizione. Un gap così ampio che, nei fatti, si traduce come una promozione da parte degli italiani, almeno per questi primi 8 mesi di esecutivo.
Migranti e Mes
Il premier ha poi parlato dell’emergenza immigrazione e dell’economia. “Lavoro per rafforzare l’Europa nel suo complesso. Nessuno va spinto per allontanarsi, ma al contrario, per avvicinarsi. Voglio rafforzare una civiltà fondata sull’uguaglianza e la democrazia”. E continua: “Bisogna fare attenzione al tema dello stato di diritto. Comincio a vedere che si pone il tema sullo stato di diritto anche sull’Italia: cerchiamo di essere dotati di senno“.
Ma il tema più caldo è sicuramente quello migratorio. Dopo l’accordo raggiunto ieri dai 27 al Consiglio Affari Interni, Giorgia Meloni ha affermato che si stanno facendo “molti passi in avanti perché, quando sono arrivata, nei primi consigli europei ho posto un tema semplice: finché ci occupiamo solo dei movimenti secondari, scarichiamo il problema uno sull’altro e non lo risolviamo. Ormai, il paradigma della visione è condiviso da altri Paesi europei, anche quelli che sono stati più scettici”.
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L’intervista è poi continuata sul tema del Mes, in cui Meloni ha affermato di non aver cambiato idea. “Non ha senso ratificare la riforma quando non sai cosa prevedono le nuove norme sul Patto di stabilità e crescita, rispetto alle quali, lo dico, non sono molto d’accordo sulla proposta della commissione Ue”, ha affermato il Presidente del Consiglio, che ha concluso così: “Siamo sicuri che verrebbe richiesto da qualcuno? Da noi sicuramente no, almeno finché io sarò al governo”.