Politica

Sciagura reddito cittadinanza: quanto ci è costato per l’Inps

Trentaquattro miliardi di euro spesi dal 2019 ad oggi per finanziare la misura, ma solo 1500 contratti sottoscritti

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Che il reddito di cittadinanza fosse stato un flop di portata epocale lo si era compreso già da tempo. Così come appariva chiaro che il provvedimento caro ai Cinque Stelle avesse comportato un abnorme esborso di denaro pubblico a fronte di un esiguo ritorno sul piano occupazionale. Fin qui, nulla di nuovo sotto il sole. Purtuttavia, c’è un dato, recentemente rivelato nel corso di un’intervista rilasciata a Repubblica dal direttore generale dell’Inps Vincenzo Caridi, che lascia davvero attoniti.

Trentaquattro miliardi di euro spesi dal 2019 ad oggi per finanziare la misura, ma solo 1500 contratti sottoscritti tra i percettori grazie alle agevolazioni previste dal provvedimento. Il che equivale a dire che ognuna delle millecinquecento assunzioni è costata in media ai contribuenti italiani 22.666,66 euro. Si, avete capito bene. Lo strumento che nelle intenzioni dei grillini avrebbe dovuto estirpare per sempre povertà e disoccupazione, non solo è riuscito a produrre soltanto 1500 misere assunzioni, ma, di più, ha fatto sì che ognuna di queste arrivasse a costare ai cittadini la cifra monstre di oltre 22 milioni di euro. Assurdo.

E pensare che proprio i pentastellati avevano fortemente voluto la riduzione del numero dei parlamentari da 945 a 600 per arrivare a risparmiare meno di 60 milioni di euro l’anno. In pratica, tre assunzioni di beneficiari di reddito di cittadinanza sono risultate più onerose per le casse dello Stato rispetto all’indennità annua di 345 parlamentari. Giusto per rendere l’idea del perverso concetto di spending review a Cinque Stelle.

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Stando alle cifre rese note dal dg Inps, inoltre, il mese in cui lo Stato ha speso di più in assoluto per finanziare il sussidio è stato il gennaio del 2021, con ben 1,4 milioni di nuclei familiari percettori. Manco a dirlo, in quel periodo in Italia governavano M5s e Pd, con un certo Giuseppe Conte presidente del Consiglio. Proprio loro. Guarda caso gli stessi che oggi, non senza una cospicua dose di immancabile ipocrisia, continuano imperterriti a difendere a spada tratta il dispendioso provvedimento bandiera del Movimento dagli attacchi (evidentemente giustificati) dell’esecutivo di centrodestra.

Ma, checché ne dicano i giallorossi, i numeri parlano chiaro, e risultano peraltro essere impietosi. Il reddito di cittadinanza è stato una vera e propria sciagura, tanto per il mercato del lavoro, quanto per le vessate tasche dei contribuenti. Pertanto, Conte e compagnia cantante farebbero bene a prenderne atto, tirare i remi in barca e tacere religiosamente. Per almeno 22 milioni di buoni motivi.

Salvatore Di Bartolo, 11 dicembre 2023