«Anche stupratori. La prova provata che devono essere sciolti e messi fuori legge!». Questo dice l’Antifascista Collettivo di fronte alle accuse, gravissime, di stupro rivolte a due militanti di Casa Pound, vittima una simpatizzante del movimento. Ma, a parte che di provato penalmente non c’è nulla (il garantismo dovrebbe valere per tutti, o no?), anche da un punto di vista etico non v’è alcuna correlazione necessaria tra ideologia di estrema destra e cultura dello stupro.
Questo è quello che piace pensare alla sinistra, convinta di incarnare il Partito del Bene, di essere immune dal Male che, in quanto tale, coinvolge tutto il genere umano, e convinta soprattutto di avere i requisiti per estirpare il Male dal mondo – cosa che l’ha condotta, dalla Rivoluzione francese in poi, a organizzare spesso massacri e stermini di massa contro gli «impuri» e i peccatori».
La storia del movimento operaio e della sinistra è infatti piena, purtroppo, di uomini che stupravano le donne, perché il maschilismo comunque vi prevaleva. Ma anche in tempi più recenti, non sono mancati casi di cronaca in cui esponenti di centri sociali e persino di partiti strutturati hanno dimostrato, in vario modo, scarso rispetto per le donne, fino appunto a denunce per violenza.
Una volta chiarito l’equivoco che politicizzare il Male è sbagliato, dobbiamo anche dire che esponenti di primo piano della sinistra, come Laura Boldrini e Emanuele Fiano, non hanno aspettato gli eventi di Viterbo per chieder la messa fuori legge di Casa Pound e delle altre organizzazioni di «estrema destra».
Per quanto si tratti di una proposta puramente propagandistica, al momento, cercheremo di spiegare perché è del tutto sbagliata. Ma prima una precisazione storica, che spesso molti dimenticano. I dispositivi giuridici che potrebbero portare alla chiusura di Casa Pound stanno in due leggi, Scelba e Mancino. La prima non fu pensata solo per i neo fascisti, ma anche eventualmente per mettere fuori legge lo stesso Pci. La seconda fu architettata in particolare per l‘’istigazione all’odio razziale. Entrambe tuttavia puniscono non le opinioni e le parole, ma gli atti.
E infatti quando nel passato si è usata la Legge Scelba per sciogliere organizzazioni come Ordine nuovo, era perché i magistrati avevano ravvisato in loro l’origine di azioni sovversive e violente: non perché facevano il saluto romano o tenevano il busto di Mussolini. Tra l’altro, durante la guerra fredda, molte organizzazioni di estrema destra erano infiltrate dagli apparati deviati più vari, quindi spesso lo scioglimento era dovuto a ragion di stato.
Ora, allo stato attuale, è difficile vedere nell’azione di casa Pound in particolare l’uso della violenza e dell’eversione, e quando la prima c’è, è semmai molto minore di quella esercitata da diverse organizzazioni dell’estrema sinistra e del mondo anarchico.
Ma la realtà è che la «nuova» sinistra vuole mettere fuori legge le opinioni, le parole e gli scritti. A questo puntava (punta?) la cosiddetta legge Fiano, fortunatamente bloccata nella scorsa legislatura, che rappresentava, rispetto alle Scelba e Mancino, un salto di qualità in negativo: la persecuzione delle opinioni.
La nuova sinistra sembra aver introiettato, tra l’altro mal comprendendolo, il noto passo di Carl Popper sul «diritto a non tollerare gli intolleranti». In Popper (sopravvalutato come filosofo della politica) era un paradosso ma la sinistra di oggi traduce il «non tollerare » con « lo sbattere in galera».
Ora chiudere o minacciare di Casa Pound non è sbagliato però solo da un punto di vista filosofico politico, almeno se si condivide il liberalismo classico, quello presente nella Costituzione Americana. È un’operazione ottusa anche da un punto di vista politico.