E poi stendiamo un velo pietoso sulle adesioni reali alle agitazioni: l’ultimo sciopero nella scuola (lo scorso 10 dicembre, ovviamente venerdì) ha convinto il 6-7% del totale dei lavoratori, insegnanti e personale Ata. Sarebbe un serio problema di consenso, se dovessimo parlare di partiti. Ma forse è proprio il nanismo dei partiti che rende gigante il profilo di Landini. Se una volta la Cgil era la cinghia di trasmissione del Pci in fabbrica, oggi il Pd (e qualche scheggia del M5S) sembra volersi appoggiare sul sindacato e su quel che ne resta, per ribadire la sua presunta centralità politica.
Che l’inversione dei ruoli sia avvenuta, lo si comprende anche ascoltando le parole di Landini, che per giustificare lo sciopero generale ci tiene a precisare che non si tratta di uno sciopero contro Draghi, ma contro i partiti della maggioranza che hanno contestato Draghi sul prelievo “di solidarietà”. Uno sciopero politico, ma non contro tutti. Un intervento politico sulla scena politica sempre più inquieta, alla vigilia del pasticciaccio brutto del Quirinale.
Ma siamo sicuri che al tavolo del Governo debba sedersi Landini e non la coppia Fedez-Ferragni per rappresentare di più e meglio il popolo italiano?
Antonio Mastrapasqua, 14 dicembre 2021