Politica

Lite sullo sciopero

Sciopero, sconfitto Landini

Cgil e Uil riducono lo sciopero di venerdì nel settore trasporti: da 8 a 4 ore, solo dalle 9 alle 13. Esulta Salvini: “Ha vinto il buonsenso”

landini cgil (2)

Alla fine Maurizio Landini deve capitolare. Cgil e Uil, al netto dei proclami nelle interviste odierne e degli attacchi al Garante degli scioperi, sono costrette a piegarsi alla dura realtà. Lo sciopero che hanno indetto per venerdì 15 novembre non sarà “generale” e soprattutto nel settore dei trasporti sarà ridotto da 8 a 4 ore come da precettazione del ministero dei Trasporti. Tradotto, in soldoni politici: Salvini batte Landini, palla al centro.

I fatti sono noti e non staremo qui a ripercorrerli tutti. La questione è semplice, benché di lana caprina e un tantino burocratica. A spiegarla bene stamattina ci ha pensato il Garante per gli scioperi, l’ente indipendente – checché ne dicano oggi i giornali progressisti – che dà giudizi nel merito e aveva riscontrato la mancanza del carattere di “generalità” alla mobilitazione di Cgil e Uil. Il che significa che le regole sono differenti e l’astensione dal lavoro non può durare tutto il giorno. Il Garante l’aveva capito sin da fine ottobre, Landini e Bombardieri solo oggi. E in una conferenza stampa hanno confermato che lo sciopero per il settore trasporti sarà ridotto a sole 4 ore, dalle 9 alle 13. Dicono di voler “tutelare i lavoratori”, di non rischiare “sanzioni economiche e penali” di fronte alla precettazione di Salvini, rivendicano di non avere “nessuna intenzione di fermarci”. Ma alla fine incassano il colpo.

Soddisfatto, ovviamente, il ministro leghista. “Hanno vinto il buonsenso, i lavoratori e i cittadini – scrive Salvini sui social – Non è messo in discussione il diritto allo sciopero”. Era stato proprio Landini oggi a buttare la palla in caciara parlando di un governo che mette “in discussione il diritto soggettivo, sancito dalla Costituzione, della singola persona di poter scioperare”. E pure Bombardieri si era lasciato andare a espressioni tanto gravi (“squadrismo istituzionale”) quando illogiche. Anche perché, è sempre bene ripeterlo, se Cgil e Uil non sono riusciti a fare ciò che intendevano fare è solo ed esclusivamente per motivi tecnici. Burocratici. Roba da garanti degli scioperi, cioè persone cresciute e pane e diritto del lavoro. “Così come è stato proclamato sembra uno sciopero à la carte – per dirla con le parole del presidente Paola Bellocchi – la Commissione non può accettare questa interpretazione soggettiva, altrimenti avremmo uno sciopero generale ogni giorno”.

 

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Anche perché ormai lo strumento appare decisamente abusato. Non solo perché quasi sempre si piazza nel fine settimana, così da coinvolgere quanti più lavoratori possibile. Ma anche perché non s’è ancora ben capito per quale motivo Cgil e Uil protestano. Contro una manovra che ancora non è stata approvata? Con i toni da opposizione politica, più che da sindacato? In Germania, per dire, oggi (non a ridosso del sabato) inizia uno sciopero di 20 ore ininterrotte di tutto il sistema ferroviario tedesco (a Berlino non esiste una legge per limitare le astensioni dal lavoro). I sindacati non contestano la manovra finanziaria o il premierato, ma chiedono aumenti in busta paga di 550 euro al mese più 3mila euro di bonus che la Deutsche Bahn (parastatale) non intende concedere. La trattativa è a un punto morto e i lavoratori si mobilitano, di mercoledì, rimettendoci lo stipendio. Ma senza guadagnarci un weekend in montagna.

Franco Lodige, 15 novembre 2023