L’intervista di Antonio Tajani di oggi è molto interessante. Riguarda lo scontro in televisione che si farà da Vespa tra Schlein e Meloni. Lui dice che non è giusto perché non ci sono leader di serie A e di serie B, quindi il confronto non dovrebbe essere solamente fra loro due. Da tecnico televisivo, se così mi posso definire, mi viene da dire che non è proprio semplice organizzare quello che propone il ministro degli Esteri. Chi sarebbero i leader che dovrebbero partecipare? Meloni e Schlein, certamente. Poi ci sono Conte, Calenda, Bonino, Bonelli o Fratoianni. Siamo già a 7, se escludiamo i partiti minori. Capite che non sarebbe proprio semplicissimo.
Restando su questo tema. Nicoletti, grande oratore ed opinionista della Stampa, ha dedicato una pagina intera per contestare il fatto che il garante dello scontro tv tra Schlein e Meloni, tutte e due donne alla guida di partiti importanti, sia un uomo. “Perché mai accettate che sia un uomo a proclamarsi vostro garante?”, si chiede. Siamo arrivati al punto che un giornalista affermato si pone il problema che Bruno Vespa, titolare della più vecchia e più importante trasmissione televisiva italiana sulla rete pubblica, non possa fare da arbitro del confronto di due leader donne.
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Caro Nicoletti, sai qual è il tuo problema? Hai un pregiudizio nei confronti dell’uomo. Altro che maschilismo: qua il dramma sta diventando veramente l’opposto. Ci sono due donne potenti che guidano due partiti ed il problema sarebbe che ad intervistarle sarà un giornalista uomo che da 40 anni fa quel mestiere? La nostra società si è veramente bevuta il cervello. Siamo completamente impazziti.
Il pensiero di Nicoletti in questo caso coincide con quello diffuso dalla cultura woke secondo cui l’uomo bianco occidentale, e magari eterosessuale, sarebbe il cancro del mondo. Avete rotto le balle. Io mi auguro che si riesca a capire che noi uomini bianchi e occidentali non abbiamo fatto nessun danno negli ultimi tre secoli se non quello di rendere questa civiltà, quella occidentale, la più libera che ci si possa immaginare.
Nicola Porro, dalla Zuppa di Porro del 13 maggio 2024
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