Come abbiamo provato a sottolineare nell’ultimo articolo sulla borsa italiana che da mesi è la migliore del mondo, per le aziende italiane le cose vanno bene. Ma non solo, oggi sono usciti i dati di vendite al dettaglio, i consumi insomma, e c’è un aumento del 5,6% dall’anno scorso e di +1,6% nel mese di gennaio rispetto a dicembre. Per confronto, in Germania invece è uscito un calo di consumi a gennaio. In più gli ultimi dati di occupazione sono positivi: abbiamo raggiunto il massimo di occupati.
Il motivo per cui l’economia va bene non è un mistero. Innanzitutto, con il pretesto dei lockdown sono stati fatti di colpo da Conte e Draghi 160 mld di spesa in più della media degli anni precedenti.
Gli altri due motivi per cui l’economia delle imprese e diciamo il Pil va bene è il famigerato superbonus110, che ha spinto circa 70 mld di spesa nel settore edile dopo 13 anni di depressione.
Infine, anche se non se ne parla mai, la garanzia al 90% dello Stato sui prestiti nel 2020-2022. Ad esempio, prima di andarsene Draghi ha approvato una garanzia dello Stato su un mega prestito di 17 mld all’Enel “per affrontare il caro energia”.
Nel grafico seguente si vede che dopo anni di crescita zero del credito anche in Italia con i lockdown si è trovata la formula magica per aumentare il credito.
In sostanza, con l’emergenza pandemia abbiamo scoperto la ricetta per far andare bene l’economia. E cioè:
1. aumentare i deficit pubblici;
2. creare crediti fiscali cedibili come quelli del Superbonus, che di fatto sono una “moneta fiscale” addizionale da spendere;
3. far prestare più soldi alle banche dando loro una garanzia pubblica se prestano.
Se ci pensate, nessuno di questi tre sistemi riguarda le famose “riforme” di cui da 30 anni si predica sempre per dire che sono necessarie all’economia italiana. Tutti e tre questi sistemi (fare deficit finanziati da Bankitalia, emettere “moneta fiscale”, garantire il credito per farlo aumentare) fanno aumentare i soldi che circolano.
L’emergenza sanitaria potrebbe essere almeno servita a farci capire cosa si può fare per far funzionare l’economia: più deficit, emettere più moneta (crediti fiscali cedibili) e più credito. E voilà, l’economia va bene e la borsa italiana diventa la migliore del mondo.
L’altro lato della medaglia che non sembra interessi nessuno a giudicare dalle discussioni in corso sui giornali, è che l’Italia ha l’inflazione più alta del mondo industriale sempre intorno al 10%, nonostante il gas sia sceso da 200 a 43 euro per MWh e nonostante le materie prime nell’ultimo anno siano scese tutte.
In sostanza l’economia delle imprese va bene, c’è gente che spende anche più della media europea, ma una inflazione tra il 9 e 10% in assenza di aumenti salariali ovviamente impoverisce grosse fasce della popolazione. Quindi il problema ora è la disuguaglianza sociale e la redistribuzione del reddito a favore di chi beneficia di questi soldi in più creati dai deficit, dai crediti fiscali e dal credit garantiti. Ma questo non interessa a nessuno, neppure alla sinistra che si occupa di antifascismo e gender fluid.
Se dunque parliamo solo dell’economia italiana in termini aggregati, quindi Pil, consumi, utili delle imprese e occupazione abbiamo trovato la formula magica per farli salire. Peccato solo che tutti e tre questi fattori (più deficit finanziati da Bankitalia, crediti fiscali cedibili, garanzie ai prestiti) vengano ora smantellati.
Paolo Becchi e Giovanni Zibordi, 11 marzo 2023