Commenti all'articolo Scuola: aboliamo il valore legale dei titoli

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Franco
Franco
27 Settembre 2020, 14:59 14:59

Ma perché Desiderio non fa altro che scrivere post in cui chiede l’abolizione del valore legale del titolo di studio?
CUI PRODEST?

Utnapishtim
Utnapishtim
26 Settembre 2020, 15:58 15:58

Se finalmenente si abolisse il valore legale del titolo di studio, ne conseguirebbe l’automatica abolizione, per mancanza di studenti, di tante piccole inutili università, fucine di laureati che alimentano in gran parte il pubblico impiego. Oggigiorno la laurea, faticosamente conseguita curvando la schiena sui libri, rilasciata da una prestigiosa e gloriosa università, vale quanto quella conseguita in un’università gestita con metodi discutibili col compiacente sostegno di cacicchi locali. Continuiamo pure così, oramai gli studenti più promettenti sanno bene dove andare a studiare, lasciando anche l’Italia, se necessario.

Giorgio Colomba
Giorgio Colomba
26 Settembre 2020, 12:16 12:16

“Ogni scuola, quale che sia l’ente che la mantenga, deve poter dare i suoi diplomi non in nome della Repubblica, ma in nome della propria autorità: sia la scoletta elementare di Pachino o di Tradate, sia l’università di Padova o di Bologna: il titolo vale la scuola. Se una tale scuola ha una fama riconosciuta, una tradizione rispettabile, una personalità nota nella provincia o nella nazione, o anche nell’ambito internazionale, il suo diploma sarà ricercato, se, invece, è una delle tante, il suo diploma sarà uno dei tanti.” (Don Luigi Sturzo, L’Illustrazione italiana, 12 febbraio 1950)

rosario nicoletti
rosario nicoletti
26 Settembre 2020, 10:07 10:07

Si è sempre (almeno da 50 o 70 anni) parlato della abolizione del titolo di studio come panacea di tutti i mali; questi ultimi (ahimè) sono diventati negli ultimi tempi immensi. I ragionamenti di Desiderio sono perfetti se riferiti ad una scuola e ad una società perfetta: riportati nella nostra realtà non hanno alcun valore. L’abolizione del valore legale del titolo – un feticcio il cui valore è oggi difficilmente identificabile – lascerebbe immutata la situazione se non peggiorata; è una riforma che potrebbe essere l’ultimo passaggio di un percorso virtuoso. Tanto per citare un fatto: in Italia è la stessa società che non crede al “pezzo di carta”. Infatti la differenza di remunerazione tra laureati e diplomati è inferiore a quella di altri paese, segnatamente USA. E allora? Direi che si confonde il dito con la luna: d’accordo abolire il titolo di studio, ma va fatto in una scuola che abbia recuperato il senso della propria missione.

BUNNIE
BUNNIE
26 Settembre 2020, 8:54 8:54

Allora ricapitoliamo : la scuola non è meritocratica e sforna diplomati senza reale selezione. Il rimedio suggerito è togliere valore al diploma.
Mi sembra un controsenso , una disfatta accettata, una doppia sconfitta.
Vediamo di rendere la scuola efficiente e realmente selettiva con i dovuti sostegni ai meritevoli non abbienti , a quel punto il diploma conseguito con impegno avrà un valore reale.
Nota per Giorgio: le riforme della scuola si sono susseguite per anni prodotte principalmente da governi di sinistra per compiacere un prezioso serbatoio di voti.Curioso che quelle realmente disastrose siano state quelle della Gelmini e Moratti.Adesso se non sbaglio da circa 10 anni al governo ci sono le sinistre a quando una riforma ” giusta “, cosa aspettano questi governi a rimediare i disastri di Moratti e Gelmini ?

Giorgio
Giorgio
26 Settembre 2020, 8:30 8:30

Le signora Moratti e Gelmini con le loro riforme hanno tagliato 15 miliardi e 100.000 cattedre in una decina di anni. E da qui deriva gran parte dei problemi della scuola.
Il pezzo di carta, come dice Desiderio, gli studenti non lo prendono trovando i punti nei sacchetti di patatine, ma studiando e preparandosi per una quindicina di anni, seguiti da docenti seri e preparati.
Altri esami per accedere all’Università? No grazie.
Vai all’Università se hai conseguito un punteggio adeguato certificato dal diploma di scuola superiore.