Esteri

“Se entrano in casa, sparo”. Cosa non vi dicono su “Kamala bang bang”

kamala harris armi © malija e UltraONEs tramite Canva.com

A dirla tutta, alla fine, proveremo un po’ di imbarazzo che tracimerà in solidarietà umana. Per i commentatori di sinistra. Perché da una settimana a questa parte gli editorialisti progressisti stanno prendendo sberle a destra e manca, “e quel che non manca a manca non manca a destra” (cit. Aldo, Giovanni e Giacomo). Prima Keir Starmer, laburista, che viene in Italia a lodare il piano migranti di Giorgia Meloni, così avversato dagli “aperturisti dei confini” nostrani. Poi Olaf Scholz, che lancia la Crociata contro i trafficanti di uomini e pare che pure lui voglia scopiazzare come gli inglesi il patto con l’Albania. Infine l’Olanda, che chiede uno stop alle politiche di asilo dell’Ue. Poi di nuovo la Germania, pronta a dire addio alla libera circolazione di Schengen. E adesso Kamala Harris, neo eletta paladina del progressismo mondiale, elevata a genio politico dopo averla considerata per anni un’inetta, la Kamala che Roberto Speranza vuole imitare, ha confessato in tv di avere una pistola, di andarne anche fiera e di essere pronta a sparare se qualcuno osa mettere piede in casa sua.

Vi ricordate Matteo Salvini? “La difesa è sempre legittima”. Oppure: “Il ladro che entra in casa mia, deve sapere che può uscirne steso”. Ecco. Solo che stavolta anziché dirlo il leader della Lega, lo ribadisce la signora Harris.

Non che la cosa ci sorprenda. Intanto perché gli Usa sono gli Usa e chi vuol vincere le elezioni non può certo inimicarsi tutti gli americani che possiedono un’arma (sono in crescita, dicono i dati, soprattutto tra i democratici) e tutti quelli che ritengono la proprietà privata un diritto inalienabile. Intoccabile. E poi, evidentemente, come dice bene oggi Alessandro Sallusti, Kamala Harris conosce meglio della sinistra nostrana il concetto di “buonsenso”. É buonsenso regolare l’immigrazione. È buonsenso difendere la proprietà privata. A questo punto non resta che domandarsi: quando sostengono di voler importare il modello Harris in Italia, i leader della sinistra intendono anche il muro col Messico (che Biden-Harris hanno ripreso a costruire) e le pistolettate facili?

“Accettando la nomination ha fatto un discorso denso di valori e prospettiva – diceva Elly Schlein dopo la nomination a Chicago – Sul diritto alle cure, allo studio, alla casa, al lavoro e a una paga dignitosa”. Armi in mano, Kamala saprà ridare “speranza agli Usa”. “Anche il Partito democratico ti sostiene in questa sfida cruciale!”, diceva Elly. Almeno fino a ieri. Oggi, in realtà, tutti tacciono. Tace il Pd. Tace la sinistra. Tacciono gli editorialisti. Non dice nulla chi accusava i fautori della legittima difesa (della proprietà o della famiglia) di volere il far west. Vi sblocco sono qualche titolo, recuperato dall’archivio di Repubblica: “Quei sindaci pistoleri che propagandano il mito della difesa fai da te”; “La corsa alle armi nell’Italia dei giustizieri che restano impuniti”; “La propaganda armata” (sulla nuova legge voluta da Salvini); “La difesa fai da te ci rende più insicuri”. Che dite, li facciamo leggere a Kamala?

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