Dopo le batoste elettorali rimediate e le liaison centriste finite, Matteo Renzi si tuffa a capofitto in quel campo largo che, per lui, ha tanto il sapore di ultima spiaggia. Falliti miseramente tutti gli esperimenti di dare vita ad un polo di centro, con un partito sempre inchiodato al 2% e gli spazi nel perimetro del centrodestra praticamente ridotti a zero, causa l’ingombrante presenza di una rinvigorita Forza Italia, al leader di Italia Viva non resta altro da fare che turarsi il naso e puntare tutto sul centrosinistra. E, d’altronde, con Pd, M5S e Avs ormai completamente schiacciati a sinistra, Iv potrebbe trovare il suo spazio vitale proprio all’interno del campo largo, e rappresentare così quella forza in grado di ridare equilibrio ad una coalizione che pare aver definitivamente smarrito la sua anima moderata.
Teoricamente, quella allo studio di Matteo Renzi, sarebbe dunque un’ottima strategia, in quanto consentirebbe al suo partito di collocarsi negli spazi lasciati inoccupati dalle sinistre e interpretare la parte del compagno moderato della coalizione. Peccato solo che la base elettorale dei partiti di centrosinistra non sia per nulla entusiasta di un eventuale ritorno a casa del figliol prodigo Matteo, il quale, dopo aver allegramente sperperato tutti i consensi di cui godeva, vorrebbe ora aprirsi uno spiraglio che lo mantenga politicamente in vita, proprio accanto a quei leader che, negli ultimi mesi, aveva più volte criticato e con cui tanto si era scontrato. E, per di più, portandosi dietro un bagaglio di voti pressoché ininfluente, e un carico esplosivo di presunzione, inaffidabilità e di quella tendenza innata a seminare zizzania che, solo se ti chiami Matteo Renzi, puoi dire di possedere.
Il suo potenziale alleato Giuseppe Conte, che proprio al leader di Italia Viva deve la sua rovinosa caduta da Palazzo Chigi ne sa qualcosa. Come del resto il suo ex socio terzopolista Carlo Calenda, che, non a caso, ha già fatto sapere di non volere partecipare ad un eventuale campo largo che includa anche il suo nemico-amico Renzi, reo di aver distrutto in breve tempo tutte le alleanze che lui stesso aveva voluto e costruito, e di aver dilapidato ingenti patrimoni elettorali, sacrificati sull’altare dell’egocentrismo dilagante e dello sfrenato desiderio di dominio sugli altri.
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Sulla base di tali presupposti, e avendo imparato a conoscere i modi dell’ex Presidente del Consiglio, appare del tutto evidente come, qualunque progetto di campo largo che comprenda al suo interno la scomoda presenza di Matteo Renzi, specie se con un ruolo apicale, sia inevitabilmente destinato a schiantarsi appena un attimo dopo la sua partenza.
Salvatore di Bartolo, 10 agosto 2024
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