Se la burocrazia blocca le mascherine

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Questo governo ha abolito, temporaneamente, le libertà civili, ma non riesce ad abolire il Tar. E le persone muoiono, tecnicamente di burocrazia. Se qualcuno pensa che si esageri, segua i casi documentati che mettiamo in fila. Il governatore della Lombardia aveva individuato un sito dove costruire un ospedale di emergenza, nella zona della vecchia fiera: almeno quattrocento posti realizzabili in dieci giorni.

I vertici dell’Ente in 48 ore hanno realizzato un piano di fattibilità. Mezza Milano che conta, tra cui uno dei più importanti e ricchi imprenditori del lusso, avevano già aperto il portafogli: centinaia di milioni. Niente: la Protezione Civile non ha dato il via libera, così la Lombardia ieri si è mossa da sola e ha chiamato Guido Bertolaso per farsi l’ospedale.

Nel frattempo, la sottoscrizione di Fedez ha permesso di iniziare i lavori, anche se più piccoli, di potenziamento del San Raffaele.

Tre imprenditori, che hanno recentemente incassato un dividendo miliardario dalla cessione di una loro azienda, hanno comprato due assistenze polmonari complete a testa: fanno sei. E le hanno donate all’ospedale Gemelli. Uno di loro ha chiesto alla ditta quando sarebbero state consegnate: il 20 marzo. Allora si è stupito del fatto che le gare Consip non avessero comprato come loro. La risposta è stata tranchant: hanno offerto condizioni economiche e di pagamento inaccettabili. La morale è che spenderemo 50 miliardi di euro di deficit in più per il Paese, ma che per i respiratori andiamo a fare le offerte come per comprare le penne a sfera per i ministeri.

Non è finita. Ieri il Giornale di Brescia in prima pagina titolava: “La Protezione civile tiene ferme le mascherine acquistate con la raccolta fondi mentre nel Bresciano il virus dilaga”. Mezzo milione di mascherine, comprate dai privati, bloccate in un magazzino, perché “manca un’autorizzazione della Protezione civile”. E nel frattempo la Protezione civile, come testimoniano le foto pubblicate ieri dal Qn, ha inviato 200mila mascherine in Lombardia subito ritirate: “Sono un notissimo panno per fare la polvere con due buchi ai lati nei quali infilare le orecchie”. Ogni medico che si ammala, anche non gravemente, oggi è una perdita che non ci possiamo permettere.

IntesaSanPaolo nel giro di poche ore ha messo a disposizione della Protezione civile 100 milioni di euro: una cifra monstre. Che permetterebbe di comprare ventilazioni (ci sono eccome in giro) e quanto occorre per salvare vite umane. Non sono ancora riusciti ad arrivare a destinazione. Per colpa della burocrazia, non certo della banca.

Potremmo continuare, ma ci fermiamo qua. Con lo stanco rito del confessionale della Protezione civile che alle 18 snocciola i dati del contagio, non andremo da nessuna parte. Ogni giorno che passa è un giorno perso: altro che Churchill come per Chamberlain qua il virus si diffonde.

Nicola Porro per Il Giornale, 15 marzo 2020

 

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