Ci eravamo illusi che si potesse trattare di una deriva tipicamente ed esclusivamente anglosassone, di un fenomeno lontano anni luce dalla nostra realtà, dalla nostra cultura e dai nostri luoghi di formazione del pensiero, che la cosa non ci toccasse da vicino, che non ci riguardasse. Ma, purtroppo, dobbiamo riconoscere che no, non è affatto così. Ci siamo dentro fino al collo.
Anche le istituzioni scolastiche e universitarie italiane, infatti, al pari di quelle britanniche e statunitensi, risultano ormai totalmente in balia della dilagante ideologia fondata sulla correttezza politica e sull’iper-tutela delle minoranze (in particolar modo di fede islamica) anche a scapito della cultura e del buonsenso. Ce lo dimostrano i grotteschi episodi registrati nelle ultime settimane nel Belpaese, ad ogni latitudine e per ogni livello di istruzione. Dalla preghiera islamica dell’imam con tanto di apologia al jihad all’università di Torino (alla faccia della laicità), alla scuola chiusa per Ramadan a Pioltello (scelta laicissima anche in questo caso). Dal laboratorio di hijab (il velo islamico, per intenderci) proposto da un istituto di Abbiategrasso allo scopo di favorire l’integrazione, al Natale diventato improvvisamente “Festa d’inverno” a Fiesole, per arrivare fino allo stop all’insegnamento della Divina Commedia disposto a Treviso per gli studenti di fede musulmana, in quanto ritenuta un’opera offensiva nei confronti dell’Islam e del suo profeta.
E non sono certo i soli casi (al massimo i più eclatanti tra quelli noti) in cui, all’interno delle aule universitarie e tra i banchi di scuola, la cultura e il sapere abbiano mestamente abdicato per assecondare la sfrenata esigenza di correttezza politica dei paladini dei diritti delle minoranze. E, si badi bene, non si tratta semplicemente di essere rispettosi nei confronti del prossimo o di accettare le differenze culturali e religiose (sacrosanto, per carità), come costoro, campioni indiscussi di buonismo e di ipocrisia, vorrebbero furbescamente farci credere.
La verità è un’altra: da tempo, l’Occidente ha avviato un processo di progressivo arretramento culturale, che sta lentamente (ma inesorabilmente) annientando i nostri valori e le nostre radici, favorendo una sorta di adeguamento remissivo alle culture altrui, che puntualmente tendono a prevalere sulla nostra. In termini pratici, la società occidentale si sta letteralmente calando le braghe (scusate il francesismo) dinanzi all’impeto travolgente dell’Islam e degli islamici, a cui va tuttavia dato atto di possedere una cultura molto forte, rimasta (buon per loro) immune al virus della correttezza politica, e di saper difendere audacemente i propri valori e la propria storia. Cosa che invece noi occidentali, purtroppo, non siamo più capaci a fare.
Salvatore Di Bartolo, 25 maggio 2024
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