Siamo al punto che i sindacati si oppongono all’aumento di stipendio. Strano, ma vero.
La notizia è che a Torino è stato firmato il rinnovo del contratto per i lavoratori del gruppo Stellantis, l’ex Fiat, che comprende Iveco, Ferrari e CHN. In virtù di questo, 70.000 lavoratori andranno a guadagnare per i prossimi due anni circa 207 euro in più al mese, che fanno 4.300 euro in più nei prossimi due anni, cioè l’equivalente dell’11% in più. Di fatto vanno ad annullare il rincaro del costo della vita dovuto all’inflazione.
Ma, e questa è la sorpresa, la FIOM si è rifiutata di sottoscrivere l’accordo. E che cos’è la FIOM? La FIOM è la branca della CGL che si occupa dei metalmeccanici, il sindacato rosso dei duri e puri, quello per intenderci guidato per anni da Maurizio Landini.
Detto che ovviamente anche i lavoratori iscritti alla FIOM percepiranno l’aumento concordato, è davvero difficile capire perché un sindacato, che esiste per difendere gli interessi dei lavoratori, si rifiuti di aumentare il salario dei lavoratori stessi.
La risposta è una sola e ha poco a che fare con le obiezioni tecniche avanzate. È che ormai i vecchi sindacati sono fuori dal tempo, fermi alla lotta di classe a prescindere e alla contrapposizione ideologica tra operari e padroni, quest’ultimi sempre puzzoni e imbroglioni anche quando, come in questo caso, aprono il portafoglio con una certa generosità.
Vogliamo dirlo con chiarezza? Le difficoltà maggiori al mercato del lavoro non sono colpa dello Stato né delle imprese, bensì dei sindacalisti a Landini che hanno ingessato le regole d’ingaggio delle imprese al punto di scoraggiare assunzioni dinamiche salariali legate al merito. C’è insomma una massa di persone che preme per entrare in partita, ma i sindacati, invece che allargare, vorrebbero restringere sempre più la porta d’ingresso dello stadio, per il puro potere di controllare chi accede e poter meglio dettare le regole del gioco.
Non sia mai quindi che un imprenditore decida di suo o di concedere ciò che i suoi dipendenti si aspettano. È considerata, dai Landini, una indebita invasione di campo. Questa gente, molta della quale in realtà non ha mai lavorato un giorno in vita sua grazie ai lucrosi distacchi sindacali, preferisce quindi perdere che far vincere i lavoratori per merito altrui.
Se invece che combattere i fantasmi del fascismo, i sindacati tutti facessero il loro, ecco che il problema del reddito di cittadinanza sarebbe risolto con soddisfazione di tutti. Non è che non vogliono capirlo, è che proprio non vogliono farlo.