Se lo dicono Monti e Prodi

La sinistra di Elly Schlein tirata per la giacca dai due ex premier sulla nomina di Fitto in Europa

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prodi e monti

Come ampiamente riportato dalla stampa nazionale, Mario Monti e Romano Prodi, padre spirituale di una sinistra che continua a vivacchiare in mezzo al proverbiale guado, hanno scritto un appello congiunto, sostenendo la candidatura di Teresa Ribera e Raffaele Fitto alla Commissione europea.

“Auspichiamo che in questo grave momento prevalga in tutti il senso di responsabilità”, dichiarano i due ex-premier, aggiungendo che “con le enormi sfide che l’Unione Europea deve fronteggiare ad Est e ad Ovest, confidiamo che, davanti a candidati qualificati come Teresa Ribera o Raffaele Fitto, non prevalgano le tensioni intestine, in particolare tra i gruppi considerati più europeisti quali i popolari e i socialisti”.

“Abbiamo auspicato – proseguono i due grandi vecchi della Repubblica – per anni che le scelte dell’Unione Europea fossero animate dal dibattito tra le forze politiche, anche per accrescere nei cittadini la consapevolezza delle grandi poste in gioco. Quando è condotto con serietà e rigore, il voto del Parlamento Europeo sui candidati commissari è una componente essenziale di questo processo democratico. Se però – ammoniscono – esso diventa un modo per scaricare sull’Europa regolamenti di conti tra partiti, perdono credibilità sia la politica sia l’Europa”.

Questa dura e netta presa di posizione suona per la sinistra italiana, attraversata da rigurgiti barricaderi d’altri tempi, come una evidente sconfessione, che per alcuni sembra andare molto al di là della pur importante questione in oggetto. In qualche modo soprattutto Prodi rappresenta e incarna quel tentativo, in questo momento lontano anni luce, di costruire in Italia una sinistra moderata sul modello di quelle socialdemocrazie le quali, sebbene stiano attraversando da tempo una certa crisi, hanno comunque rappresentato un modello in grado di coinvolgere grandi masse di elettori sulla base di un ragionevole pragmatismo. Pragmatismo che sembra attualmente scomparso tra le fila dei nostri cosiddetti progressisti, che – come nel caso di Fitto – ad ogni occasione alzano barricate con lo scopo dichiarato di contrastare una destra di governo che, a loro avviso, sarebbe portatrice di istanze autoritarie ed antidemocratiche.

Tutto questo, come per l’appunto ricordato da Monti e Prodi, mentre il mondo intorno alla piccola Europa è letteralmente in fiamme.

Claudio Romiti, 20 novembre 2024

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