E così, mentre le conferenze stampa si affastellano, tetre, lugubri, grottesche, monocordi (quanto ci manca Carmelo Bene, almeno lui avrebbe saputo recitarle alla luce della phonè, non in autotune come questi), mentre i virologi si contraddicono con piroette soavi e più le ciccano e più li chiamano, la incredibile Gismondo subito promossa giornalista con rubrica fissa ovviamente sul Fatto Quotidiano, mentre sul coronavirus si immagina tutto e il suo contrario, qui ci scaricano addosso la quarantena perpetua, non finirà oggi, non finirà a Pasqua, non finirà il primo maggio, non finirà mai; e un sospetto ci avvolge, che questo allucinante isolamento, che i telegiornali maledetti chiamano “lockdown“, continuerà fino a quando i sondaggi premieranno il governo di padre Giuseppi, e cesserà d’incanto alla minimo impercettibile stormir di fronde d’inversione di tendenza.
A pensar male si fa peccato ma, specie con questa gente, ci si azzecca. Accettiamo scommesse, e regoliamoci di conseguenza.
Max Del Papa, 4 aprile 2020