Il governo, lo sapete, ha deciso di aumentare il deficit, e cioè i quattrini che può spendere senza avere la copertura di maggiori entrate. Nonostante ciò, la finanziaria sarà di entità modesta. E circa un terzo sarà dedicata a ridurre il costo del lavoro. Dunque una notizia che preoccupa (più debito) ed una confortante (meno tasse). Ieri lo spread, cioè la differenza tra quanto rende un titolo pubblico italiano a dieci anni e un suo omologo tedesco, è salito: anche se a livelli ancora non preoccupanti. E fino a qua è tutto noto.
Purtroppo oggi paghiamo le follie di ieri. E non solo i cento miliardi del superbonus, che basterebbero e avanzerebbero. Proprio due anni fa (29 settembre 2021) Mario Draghi prevedeva nel solito documento di finanza pubblica che nel 2024 (cioè l’anno della Finanziaria che deve fare la Meloni) avremmo pagato interessi sul debito pubblico per 50 miliardi di euro. Peccato che l’anno prossimo invece ne pagheremo esattamente il doppio, una cifra vicina ai cento miliardi.
Vi spieghiamo meglio. Il debito pubblico italiano si mangerà 100 miliardi di rata di interessi. E un signore che ha fatto il banchiere centrale invece prevedeva, in un documento da lui firmato, insieme al ministro dell’Economia di allora, che il conto sarebbe stato della metà. Il motivo, purtroppo, è semplice. In tre anni, dal 2020 al 2022, i governi che hanno preceduto la Meloni hanno fatto 350 miliardi di debito in più. E nel frattempo la Banca centrale ha aumentato i tassi di interesse, con una velocità mai vista nella sua storia.
Chiunque oggi se la prenda con l’attuale governo deve fare i conti con il passato. Per quale dannato motivo i governi dei migliori durante i sei anni (dal 2016 a metà 2022), quando i tassi di interesse erano a zero e dunque avrebbero potuto mettere fieno in cascina, non hanno davvero abbattuto il debito? O non hanno, sarebbe andata altrettanto bene, clamorosamente ridotto le imposte? E perché oggi che la Meloni e i suoi hanno da pagare un biglietto da 100 miliardi, superiore di 50 alle previsioni, e superiore di 40 miliardi dall’epoca di Draghi, dovrebbero fare ciò che loro, pieni di soldi, non hanno fatto?
Vedete, ieri i Btp sono arrivati a sfiorare il 5% di rendimento. Ad ottobre del 2020, non un secolo fa, il Tesoro italiano emetteva il medesimo titolo con una cedola pari allo 0%. Avete letto bene. È come se una famiglia andasse in banca a farsi prestare un milione di euro e il banchiere non solo glielo concedesse, ma lo facesse senza pretendere un euro di interessi. Una pacchia.
Abbiamo buttato nel cestino sei anni di tassi a zero, non abbiamo abbassato le tasse, abbiamo aumentato il debito e oggi ce la prendiamo con il governo Meloni perché non fa una finanziaria stellare. A coloro che potrebbero obiettare che siamo passati per il Covid e l’invasione Ucraina, dovremmo rispondere che il primo è stato gestito finanziariamente da cani (bonus), la seconda è ancora in corso, e che la vera guerra oggi è l’inflazione (che ammazza i deboli) e che peraltro deriva anche dal fatto che per anni i tassi erano a zero e i quattrini sono stati prestati senza criterio.
Nicola Porro, Il Giornale 29 settembre 2023