Commenti all'articolo Se oggi l’arte è marketing non è colpa della Ferragni

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Anna neri
Anna neri
27 Luglio 2020, 15:15 15:15

Il suo concetto di bello è inquietante, poco profondo e cupo così come l’intero contenuto dell’articolo…”Tutto il significato profondo, perturbante, inquietante, che può avere il nostro incontro con il bello diventa frivolo“

step
step
22 Luglio 2020, 19:34 19:34

Giovani teste di minc… apprendono dalla loro mente di riferimento dell’esistenza degli Uffizi. Una nazione, quella italiana, che non merita più nulla.

Raffaello Ferrentino
Raffaello Ferrentino
22 Luglio 2020, 11:55 11:55

Sig.ra Giovanna, “L’ arte non e’ destinata eclusivamente ad una elite competente”: una cosa sono le intenzioni dell’ artista e altra l’ esito del suo lavoro. Chi in ultima analisi decide quest’ ultimo, sono coloro che, attraverso lo studio, hanno acquisito le competenze necessarie. I Musei non accolgono solo il “bello”, ma anche semplici testimonianze del “gusto” delle varie epoche. Che poi una visita al Museo possa stimolare alcune persone a studiare e approfondire le opere che piu’ lo hanno colpito e quindi ad affinare le proprie conoscenze nel campo estetico, questo e’ un altro discorso, ma pur sempre elitario. Ogni giorno 20-25mila persone si accalcano davanti alla Gioconda, in una confusione indescrivibile, per poco piu’ di un minuto: non sono certo le migliori condizioni per contemplare il “bello”. Ma non credo che sia questa la motivazione della calca. Dopo di che vanno a Disneyland, altra meta obbligatoria. Oggi, l’ immenso sviluppo della ricchezza ha apertamente trasformato l’ arte in un affare a prescindere dalle motivazioni e dalle intenzioni dell’ artista: acor piu’ quindi sono necessari studio e competenza per distinguere il grano dall’ oglio. Non sempre il successo commerciale, anche se arricchisce chi da esso e’ baciato, indica vere capacita’ “artistiche”. E per uno che riesce ce ne sono 100 che fanno la fame. Non nasciamo tutti “imparati”, ma… Leggi il resto »

Emanuele Bottiroli
Emanuele Bottiroli
22 Luglio 2020, 10:11 10:11

Articolo molto interessante e commenti sfidanti rispetto a una macchina pubblica incapace di promuovere cultura e bellezza con strumenti moderni. Dissento solo su un aspetto: non è vero che quello di Chiara Ferragni sia un “non mestiere”. Lo testimoniano i suoi molteplici business di successo sull’onda della sua abilità nel fare impresa sui social, ispirando le nuove generazioni. Ognuno è figlio dei suoi tempi e ciò non deve indignare, ma far pensare… a nuovi scenari.

stefano
stefano
22 Luglio 2020, 8:03 8:03

Gli influencer sono persone che pensano e indirizzano coloro i quali non sono in grado di farlo da soli.Lo dice la parola : influencer.Influenzabili.Privi di un opinione, di gusto personale,di poca capacità di prendere decisioni in autonomia.La Ferragni questo lo ha capito bene ,quì trova terreno assai fertile al riguardo.Uno dei più grandi patrimoni artistici al mondo si trova in uno dei paesi tra quelli definiti “sviluppati” tra i più ignoranti al mondo.

Valter Valter
Valter Valter
21 Luglio 2020, 23:24 23:24

L’ essenza della percezione estetica é intuitiva ed abita nella sfera emotivo-affettiva, non in quella razionale. Quanto si ritiene di percepire senza emozione come “arte” solo perché incasellabile in coordinate colte e razionali é solo manierismo, imitazione dell’opera d’arte. Ragion per cui é frequente che il critico soprattutto colto ed erudito misconosca l’arte lá dove gli occhi dell’ ingenuo la vedono.