Ieri il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è stato protagonista all’Assemblea generale dell’Onu a New York, ma a rubare la scena è stato Vladimir Putin. L’omologo russo ha infatti presieduto una riunione del Consiglio di sicurezza nazionale dedicato alle proposte per un aggiornamento della dottrina sulla deterrenza nucleare. E il leader del Cremlino ha lanciato un messaggio forte e chiaro all’Occidente: “La Russia si riserva il diritto di impiegare armi nucleari non solo per rispondere ad una aggressione contro se stessa, ma anche contro l’alleata Bielorussia”.
Nel suo intervento, o meglio nella sua minaccia all’Occidente, Putin ha evidenziato che i fondamenti della politica statale sulla deterrenza nucleare “sono stati concordati con il presidente bielorusso”. Dunque, il Cremlino prenderà in considerazione l’impiego dell’atomica a scopo di difesa nel caso abbia “informazioni attendibili su un lancio massiccio di armi aeree e spaziali che oltrepassino il confine di Stato” russo, inclusi “missili e droni, aerei ipersonici e altri aerei”.
Fino a ieri, la dottrina nucleare di Mosca prevedeva la possibilità di ricorrere al nucleare per difendere il Paese da un’aggressione con armi di distruzione di massa o con armi convenzionali. Da ieri, un attacco alla Federazione Russa può essere anche solo “l’aggressione da parte di uno Stato non nucleare ma con la partecipazione o il sostegno di uno Stato nucleare”. Una differenza significativa, che rischia di esacerbare rapporti già logori. Il cambiamento nella dottrina nucleare segue l’avvertimento di Putin agli Stati Uniti e ad altri alleati della Nato che consentire all’Ucraina di utilizzare armi a lungo raggio per attacchi sul territorio russo significherebbe una guerra tra Mosca e l’alleanza atlantica. Dal febbraio del 2022 in poi, Putin e i suoi collaboratori più stretti hanno spesso minacciato l’Occidente con l’arsenale nucleare per scoraggiarlo dall’aumentare il sostegno a Kiev.
Un monito che non ha trovato risposte nè dall’Ucraina nè dalla Nato. Protagonista all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, Zelensky ha chiesto al mondo di stare dalla parte di Kiev e di cercare una “pace reale e giusta” e non “una via d’uscita”. Nel corso del suo intervento, Zelensky ha rimarcato che non c’è alternativa alla “formula di pace” che ha presentato 2 anni fa, che prevede fra l’altro l’espulsione di tutte le forze russe dall’Ucraina e la responsabilità per i crimini di guerra: “Qualsiasi tentativo parallelo o alternativo di cercare la pace è, in realtà, uno sforzo per continuare anziché ottenere una fine della guerra”, riporta LaPresse.
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Zelensky può contare sul pieno sostegno dei leader del G7. “Noi, leader del G7, riaffermiamo il nostro incrollabile sostegno all’Ucraina oggi e in futuro, in guerra e in pace”, si legge nella nota diffusa approvata oggi a New York nell’ambito dei lavori dell’Unga. Massimo impegno per aiutare Kiev e sostenere le sue urgenti esigenze di finanziamento a breve termine e ad assistere la ripresa e la ricostruzione a lungo termine dell’Ucraina: “Sfatiamo ogni falsa idea che il tempo sia dalla parte della Russia o che la Russia possa prevalere causando il fallimento economico dell’Ucraina”. L’obiettivo è un’Ucraina libera, indipendente, democratica e sovrana, all’interno dei suoi confini riconosciuti a livello internazionale, che sia prospera e in grado di difendersi. Nessun passo indietro, nessun ripensamento.
La premier Giorgia Meloni, rientrata a Roma, ha partecipato al summit che ha adottato la dichiarazione in videocall e ha evidenziato: “Gli ucraini ci ricordano cosa significa combattere per la libertà. E’ un valore da proteggere se vogliamo riportare la pace in Europa. Abbiamo fatto tutti la nostra parte e ora è il momento di incrementare il nostro sforzo e la dichiarazione di oggi, promossa dalla Presidenza italiana del G7, va in questa direzione”. La Meloni ha anche reso noti imminenti aiuti: “Come Italia abbiamo adottato 9 pacchetti di aiuti militari, ci siamo focalizzati sulla difesa aerea e ora stiamo per inviare una seconda batteria di Samp-T”. Zelensky ha tenuto a ringraziare il premier italiano e il presidente statunitense Joe Biden “per la loro leadership nel proteggere le nostre vite”.
Franco Lodige, 26 settembre 2024
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