Intendiamoci… le tesi di Robin DiAngelo suscitano critiche a destra come a sinistra. “Il problema con persone come Robin DiAngelo non sta nel fatto che vadano “troppo in là” nel perseguimento di una giusta causa” scrive il politologo, decisamente di sinistra, Yascha Mounk – “È proprio che abbiamo un’idea completamente diversa di come una società giusta, vitale e multietnica dovrebbe essere”. “È un libro così pernicioso – twitta però un altro utente – Robin DiAngelo vuole trasformare l’intera nazione in uno dei suoi seminari aziendali obbligatori. E la cosa grave è che ci sta riuscendo”. Le critiche di alcuni intellettuali non sembrano fermare il politicamente corretto, anzi.
White Fragility è un best seller. Le tesi della DiAngelo diventano sempre più popolari e vengono rilanciate da tutti gli influencer che espongono il logo Black Lives Matter (la quasi totalità di quelli più importanti su siti come Tik Tok e Instagram). E così sui media l’ennesimo giornalista illuminato (woke) può pubblicare articoli come questo: “Mia moglie è nera. Mio figlio è birazziale. Ma il suprematismo bianco vive dentro di me”.
Stefano Varanelli, 4 agosto 2020