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Se ti vaccini ti rinchiudo: il paradosso delle nuove restrizioni

Avevano descritto il vaccino come lo strumento per tornare alla libertà, ma le follie chiusuriste continuano

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Perché vaccinarsi ed essere obbligati a portare la mascherina e continuare a vivere con le restrizioni della libertà? Una domanda che difficilmente trova risposta. Il vaccino è stato sempre presentato come la soluzione per uscire dalla pandemia, ma a quanto pare, nonostante la maggioranza della popolazione italiana sia vaccinata, le restrizioni restano.

A Milano dal 27 novembre torna la mascherina obbligatoria all’aperto attraverso l’ordinanza emanata da Beppe Sala. Anche a Como la situazione sarà simile, anche a Roma molto probabilmente si andrà nella stessa direzione. Dopo una campagna vaccinale con risultati entusiasmanti, siamo tutti costretti a rispettare le stesse norme e restrizioni della libertà che erano attive prima della comparsa del vaccino.

In tal senso Vittorio Sgarbi nella trasmissione L’aria che tira invita ad una riflessione. Queste le sue parole: “Continuo a non capire, il vaccinato sia tranquillo di essere vaccinato, si deve preoccupare di che cosa? Per cosa si è vaccinato? Per continuare a portare le mascherine, rispettare le distanze e fare una serie di riti? Allora vuol dire che il vaccino non serve a nulla”. Se devi avere paura di un non vaccinato, non vaccinarti.

In effetti, ormai assistiamo ad una lotta inutile e dannosa tra vaccinati e non vaccinati. A conferma di questa inconcludente ed infruttuosa battaglia c’è il super green pass che oltre a sollevare dubbi di compatibilità con l’art. 3 della Costituzione, da una parte, con la sua disparità di trattamento promette ai vaccinati la libertà, ma li costringe a portare le mascherine ed osservare le stesse restrizioni dei non vaccinati, dall’altra nega ai non vaccinati dei diritti naturali, ma in caso di zona rossa non vi è più distinzione tra vaccinati e non vaccinati e si torna in lockdown.  Ma allora a cosa è servito vaccinare la maggioranza della popolazione?

Carlo Toto, 28 novembre 2021