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Se torna il lockdown è anche colpa dei media

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Come facilmente previsto su queste colonne, siamo al lockdown. All’ora del vespro, il presidente da nessuno eletto si presenta con mascherina patriottica e dice: tutto chiuso, tutto ristretto e copribocca sempre e dovunque e comunque. Il tg 1 grillino sa fare il suo lavoro: parte con un paio di notizie catastrofiste, come l’aumento dei positivi, poi lascia spazio a Conte per fargli fare la figura del padre della patria: “L’economia si salva se tutti restano sani”, e qui siamo davvero all’improntitudine, alla cialtronaggine. Che significa dire che in Campania i positivi sono cresciuti? Niente più di questo, che l’immunità di gregge, mancata in primavera per poca circolazione virale, si sta verificando adesso e senza particolari conseguenze. Perché se ometti di dire che essere positivo adesso non è come sei mesi fa, che la maggior parte non sa di esserlo fino a che non si sottopone a tampone, che non esistono praticamente conseguenze sulla salute, allora pratichi la disinformazione. Ma il telegiornale interpella questo Brusaferro, dell’Istituto Superiore di Sanità, il quale ci gira intorno anche lui, fa il pesce in barile: non dice l’esatta portata del virus, dice che bisogna fare i bravi.

Terrorismo sanitario

Davvero? Che informazione è mai questa, in quale modo ci si può fidare se si riduce a una questione di numeri, distorti, stravolti? In Friuli dicono che una ottuagenaria è morta di Covid, poi si scopre che era cascata in casa sua. Circola in rete un video con l’odontotecnico Zingaretti, che pretende di dettare la linea sanitaria, intento a cercare la mascherina: dov’è? Non la trova, poi si accorge che è finita per terra, sotto una scarpa: la raccoglie e se la infila, contravvenendo ad ogni possibile misura sanitaria, di buon senso e logica. Ma che importa? Hanno sperato, perché l’hanno sperato, che morisse Briatore, poi Berlusconi, poi Trump. Non sono morti e allora pompano il terrore globale, insomma rilanciano. Solo una questione di numeri, l’emergenza, prorogata al 31 gennaio, finirà quando il governo deciderà di diffondere altri numeri e l’informazione servile di interpretarli secondo indicazioni. Ha detto il ministro Speranza: “Siamo grati all’informazione che sta sponsorizzando la app Immuni”. Ma l’informazione non deve sponsorizzare. E la app Immuni, finora fallimentare, è stata ritoccata in modo da entrare in contatto con app gemelle di altri stati: che manca alla dittatura globale, al potere totale?

Emergenza continua

L’emergenza finirà quando a chi tiene per le palle il Paese e può farlo senza un mandato parlamentare converrà cambiare approccio e non prima: fino a quel momento, le libertà individuali verranno compresse, le garanzie costituzionali stritolate. Una questione politica, come dice l’Oms, affidata ai numeri. Sì, avevamo ragione a scrivere che siamo già al lockdown, che non serve neppure dichiararlo: Conte va avanti, ogni giorno toglie qualcosa, blocca i locali, impedisce la circolazione, impone mascherine, anche questo l’avevamo previsto e anche su questo ci avevano dato dei pazzi, anche in casa, in famiglia. Nessuno sa fino a quando, perchè il gioco di confondere positività con malattia, contagio con mortalità è riuscito e va avanti; poi è utile anche a dirottare da tutti i veri problemi, dalla magistratura impresentabile alla bancarotta del sistema paese, dalle scuole allo sbando alla crescita delle tasse, dall’afflusso incontrollato di clandestini al gap tecnologico alla tirannide burocratica.

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