La guerra in Ucraina sta letteralmente spaccando a metà il Paese, tra chi è a favore all’invio di armi ed al mantenimento delle sanzioni e chi, al contrario, mantiene posizioni più “pacifiste”. Questa polarizzazione è stata ben rappresentata da un sondaggio di Demos per il quotidiano La Repubblica, che ha impartito su una scala da 1 a 10 gli orientamenti tra gli elettori sul conflitto alle porte dell’Europa.
Il dato più sorprendente riguarda sicuramente la Lega di Matteo Salvini. Dopo le incertezze dell’esponente di punta Romeo, tradizionalmente ben restio dal sostenere un approccio totalmente filo-ucraino, ecco che gli elettori del Carroccio mostra una netta posizione a sostegno di Kiev. Il 60 per cento, infatti, è a favore delle sanzioni, mentre il 65 per cento è per l’invio degli aiuti militari all’Ucraina. Sempre rimanendo nel centrodestra, le percentuali tra gli elettori di Forza Italia si abbassano rispettivamente al 50 e 56 per cento, mentre Fratelli d’Italia mantiene dati solidi: il 66 per cento dice sì alle sanzioni ed il 53 per cento approva gli aiuti militari.
A ciò, però, si deve contare l’altra faccia della medaglia: quasi 4 persone su 10 non vedono con favore il sostegno alla causa di Kiev. Ed è all’interno del Movimento 5 Stelle che si denota il bacino più largo di “dissidenti”. Il 64 per cento dei sostenitori, infatti, non approva gli aiuti all’Ucraina, mentre il 42 per cento l’applicazione delle sanzioni contro la Russia. Stabili, invece, Terzo Polo e Pd, che raggiungono punte rispettivamente del 90 e dell’80 per cento di filo-ucraini.
Per approfondire:
- L’Ucraina spara sulle chiese: colpita cattedrale alla veglia di Pasqua
- Primavera di fuoco: cosa ci aspetta in Ucraina
- Voci dal paradiso: “In Ucraina è pronta una mossa di Erdogan”
Il sondaggio mostra anche il trend dell’orientamento degli italiani sul sostegno a Kiev. Se lo scorso aprile si poteva contare su una maggiorante schiacciante (71 per cento) relativamente alle sanzioni, stessa cosa non si poteva dire per le armi (51 per cento). Perdi più, ad oggi – i dati del sondaggio arrivano fino a febbraio 2023 – le percentuali sono lievemente scese: il 61 per cento si schiera ancora per il mantenimento delle sanzioni, mentre è il 48 per cento ad essere pro-armi.
Nonostante tutto, specifica Repubblica, le preoccupazioni degli italiani per la guerra tra Russia e Ucraina rimangono sullo sfondo. Maggiormente percepite sono la crisi economica, il virus (anche se in forma radicalmente minore rispetto ai mesi precedenti) ed infine le aspettative di vita professionale e lavorativa, soprattutto per le nuove generazioni.