Sport

Senna putrida, altre due vittime: il duro comunicato dei portoghesi

Il COP fa sapere che il triatleta Vasco Vilaça si è sentito male: “Rischio di infezione nel fiume”. Oggi e domani la 10km in acque libere

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Lo struzzo Emmanuel Macron, insieme alla collega Anna Hidalgo e al comitato organizzatore delle olimpiadi, nasconde la testa sotto la sabbia. Ma pian pian lo scandalo Senna, non balneabile dal 1923 e improvvisamente “pulita” a suon di miliardi, comincia a esplodere in tutta la sua forza. Dopo i triatleti belgi costretti a ritirarsi dalla staffetta a causa delle condizioni cliniche di una delle atlete in gara, che pochi giorni prima si era tuffata nelle acque melmose del fiume parigino, adesso anche due campioni portoghesi hanno contratto una qualche infezione gastrointestinale e sono costretti alle cure degli staff medici.

Il comunicato, disponibile sul sito del Comitato Olimpico Portoghese è asciutto, ma critico. La Direzione di Medicina dello Sport informa il mondo “che l’atleta Vasco Vilaça ha sviluppato, nelle ultime ore, sintomi compatibili con un’infezione gastrointestinale durante la sua permanenza ai Giochi Olimpici di Parigi 2024″. Il triatleta sta bene, è sotto osservazione e i medici cercano di alleviare le sofferenze intestinali nel Villaggio Olimpico. Il COP non accusa direttamente la Senna, visto che determinare dove batteri e virus si siano introdotti nel corpo di un atleta è difficile da determinare. Ma una critica, neppure troppo velata, c’è: “World Triathlon, la federazione internazionale di questo sport, ha garantito, nei giorni delle gare di Triathlon, che la valutazione della qualità dell’acqua rispettava le norme definite. Nonostante il rispetto dei limiti di sicurezza richiesti, la presenza di alcuni dei parametri valutati comporta un rischio di infezione in questo contesto ambientale”. Come a dire: avrete anche fatto le vostre analisi, ma quell’acqua resta putrida. Ed è facile che i nuotatori si siano dunque infettati.

Vilaça peraltro non è da solo. Negli ultimi giorni anche Melanie Santos ha sviluppato sintomi identici, ma in forma meno acuta. Come lei, anche Claire Michel, la triatleta belga, la prima ad ammalarsi e a far scoppiare il bubbone delle polemiche. Ieri ha fatto sapere che non sono vere le voci che la volevano affetta da vomito e diarrea a causa del batterio Escerichia Coli. O meglio: i sintomi c’erano tutti, ma le analisi avrebbero escluso il batterio in favore di un non precisato virus. Il che, però, non assolve la Senna visto che in quelle acque oltre ai batteri fecali si possono trovare ogni sorta di virus e funghi. “Se nell’acqua c’è il Coli – spiegava Gianni Rezza, professore straordinario di Igiene all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano – è probabile che ci siano anche altri germi, sia batteri come la salmonella sia virus”. Per dirla con Matteo Bassetti: “Nella Senna arrivano le acque reflue. E se arrivano le acque reflue, evidentemente queste contengono gli enterovirus degli uomini, gli enterovirus degli animali. Possono contenere batteri, come l’Escherichia coli, l’enterococco, la shighella, la salmonella. Può esserci di tutto: protozoi, parassiti, la giardia, l’ameba”. Un gran mix di schifezze.

Non è mica un caso se, nonostante a targhe alterne la Senna risulti “balneabile” secondo gli organizzatori, la squadra azzurra che gareggia nella 10km in acque libere (o putride) ha scelto di allenarsi solo in piscina per evitare rischi. Giulia Gabbrielleschi, Ginevra Taddeucci, Domenico Acerenza e Gregorio Paltrinieri hanno lavorato nelle acque pulite allenandosi con metodi particolari per abituarsi alle correnti del fiume che sono molto forti e che condizioneranno le gare. L’eroico coordinatore tecnico, Stefano Rubaudo, si è tuffato al loro posto nella Senna per testarne le condizioni: “Ho percorso mezzo giro e ho ricevuto conferma di quanto sapevamo. L’acqua non ha sapore né odore, le correnti sono molto forti. Controcorrente impieghi il triplo del tempo per eseguire lo stesso tratto dal lato opposto”.

I tecnici che seguono i dati del fiume assicurano che i livelli di batteri e germi siano “nella norma”, cioè sotto il livello massimo imposto dalle federazioni che organizzano le gare. Resta il fatto che diversi atleti hanno vomitato dopo averci fatto il bagno, qualcuno ha dichiarato di aver “annusato e visto cose che…”, mentre molti si sono stupiti di come fosse possibile che la Senna sia off limits per gran parte degli allenamenti ma magicamente si “pulisca” in occasione delle gare. La decisione di far tuffare i campioni olimpici in quell’acqua marroncina sia stato un azzardo, al netto dei 1,4 miliardi di euro spesi per renderlo balneabile e delle nuotate propagandistiche della Hidalgo. Nella nota ufficiale diffusa dai vertici dello sport belga, infatti, era scritto chiaramente che “il Comitato olimpico belga e la federazione triathlon” speravano che il disastro di Parigi2024 servisse da lezione “in vista delle prossime competizioni di triathlon alle Olimpiadi”. Più o meno quanto scritto dalle righe dal Cio portoghese, secondo cui resta probabile che la nonostante “il rispetto dei limiti di sicurezza richiesti” i suoi atleti abbiano ingerito chissà cosa. Non certo acqua di Colonia.

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