La competizione sportiva è spesso scenario di gioie e delusioni, ma quello che è accaduto durante le Olimpiadi di Parigi del 2024 ha aggiunto un elemento di preoccupazione in più per gli atleti. La nuotatrice ungherese Bettina Fabian, quinta nella gara di fondo in acque libere, ha terminato la propria impresa con un misto di soddisfazione per il risultato e ansia per il suo stato di salute. “Ho bevuta abbastanza, spero che non ci saranno conseguenze gravi“, ha dichiarato la sportiva, visibilmente preoccupata dopo aver nuotato per 10 km in un percorso che ha visto gli atleti passare accanto agli scarichi fognari.
Queste condizioni precarie dell’acqua della Senna non sono sfuggite neanche al pubblico, con foto che illustrano una corrente dall’inequivocabile colore giallo-marrone e relazioni degli atleti che parlano di oggetti non identificati incontrati durante la competizione. La stessa Fabian ha rivelato di aver dovuto fare i conti con un ambiente spiacevole in cui nuotare, con pezzi marroni “grandi quanto un dito” e il rischio di graffiarsi contro i cespugli di rovi o il muretto dell’argine.
Altri atleti, come il canadese Tyler Myslawchuk, hanno avuto reazioni fisiche più immediate, con episodi di vomito durante la competizione. Anche dalla delegazione portoghese sono giunte notizie di malori, in particolare riferite a una “brutta influenza intestinale” contratta da Vasco Vilaga. Mentre Jolyen Vermeylen dopo il Triathlon ha confessato di aver “visto e annusato cose indicibili”.
Non è la prima volta che i pericoli legati all’inquinamento delle acque emergono in questi Giochi. Le atlete italiane Ginevra Taddeucci e Giulia Gabrielleschi, interpellate precedentemente da Fanpage, avevano condiviso le preoccupazioni per la qualità dell’acqua e i rischi per la salute. La tensione ha pesato sulle loro prestazioni e sulla scelta delle strategie di gara, costrette ad affrontare una corrente forte e a paventare infezioni virali a seguito del contatto con l’acqua contaminata.
“Pensavo che l’acqua sarebbe stata più sporca e non avrei potuto vedere nemmeno le mie mani – ha detto l’ungherese Fabian -. Ne ho bevuta abbastanza mentre nuotavo, spero che non ci saranno conseguenze gravi. E spero che quello che m’è passato davanti agli occhi fossero solo piante marce”.
Anche se sono state prese misure preventive e nonostante i tentativi di bonifica, la realtà ha mostrato un quadro preoccupante. Le testimonianze delle atlete descrivono una competizione che è stata più una battaglia contro gli elementi che una sfida sportiva, con la Senna che si è rivelata un avversario insidioso. Oltre che maleodorante.
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