La serie di Zerocalcare è molto simpatica e godibile, purtroppo parla anche di temi politici ma lo fa in maniera assai schematica, un frullato di luoghi comuni etico-moraleggianti e perbenismo alle volte un po’ stucchevole per baciare la pantofola della sinistra Ztl, nascondendosi dietro il personaggio del borgataro selvatico duro e puro.
Se la cover dell’Espresso lo dichiarava l’intellettuale più influente in Italia, ricordiamo come Moravia, Pasolini e Sciascia non parlassero solo alla loro cricchetta. Zerocalcare, invece, si rivolge solo a chi la pensa come lui anzi, ha paura del conflitto con chi gli metterebbe in risalto le sue contraddizioni. E lo evita accuratamente (al massimo si fa ospitare da Zoro).
Siamo sicuri che a Rebibbia il tema principale sia l’inclusione degli immigrati? E non la disoccupazione giovanile, la droga (San Basilio, la più grande piazza di spaccio laziale è a 2 km), l’inflazione, i pensionati con la minima, la sanità pubblica, etc?
Siamo sicuri che nel giorno in cui 4 bambini sono massacrati in Francia da un richiedente asilo, lui abbia dato voce alle ragioni di chi può aver paura dell’immigrato islamico? (Inciso: nella sua serie ci sono 30 richiedenti asilo, chi non li vuole è un nazista cattivo).
Siamo sicuri che un talento come il suo non rischi di farsi manipolare e diventi ventriloquo delle istanze del nuovo Pd-Schlein? Ce lo ritroveremo nelle liste elettorali, presto? Cosa ne pensano i riformisti di sinistra?
Dal post Facebook di Andrea Palazzo, 9 giugno 2023