Estate focosa

Sesso vietato: c’è la crisi climatica

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no sesso giovani

Lo snobismo dell’esasperazione induce a non perdere tempo coi giornali da oratorio e così uno non si accorge, uno si perde cosa succeda nei giornali da oratorio: giuro che si prova una sensazione straniante, come di mondi alieni, di marziano di Flaiano a leggere la doppia paginata di questa Sciandivasci su la Stampa che non la finisce più con uno stralunato strampalato saggio – saggio? – in pilloline su “Certe notti” di Ligabue, perché i riferimenti culturali dei giornali parrocchiali sono questi, sono Sangiovanni della Generazione Z che canta le Farfalle. Per dire cosa? Che i giovani, i giovani, non combinano più, non fanno più sesso, hanno, pensate, l’ansia da prestazione, forse piangono sul più bello e deve arrivare Pichetto coi fazzolettini.

È difficile arrivare in fondo, più difficile cavarci qualcosa da questo arzigogolarsi solitario, speriamo davvero che lo stile non sia lo specchio della passione altrimenti qui non si salva neanche Gabriel Pontello, lo scopatore segreto di ifix tcen tcen e “scatta il fluido erotico”. I giovani non copulano? Prima delle torri gemelle sì e adesso no? Il Covid li ha svuotati? I cambiamenti climatici li ammosciano? O è l’agenda 2030 che punta all’estinzione, anche per astensione?

Sciandivasci non so che età abbia, ma finché ti ricami addosso a suon di Ligabue, di Tinder, di social, insomma finché non esci dall’autoerotismo giornalistico da zeitgeist triste, capisci poco e ti sfugge che se mai la tendenza è indotta dal moralismo pubblicitario e consumistico che spegne le smanie naturali, le sublima, le dirotta in altre patologie, tipo avere paura della fine del mondo siccome in estate fa caldo, Antò, o preoccuparsi “attivamente” della prossima pandemia: comportamenti disumani, insulsi, indotti che finiscono per indurre altri comportamenti disumani, innaturali.

E, ammesso che sia vero che i giovani non fanno più sesso, andrebbe notata la tendenza femminile ad ipersessualizzarsi sul modello delle influencer e delle cantanti pop, cui fa riscontro una mutazione da maschio in molluschio senza raschio, nell’accezione salentina, nell’altra parte. Fenomeno curioso, anche questo a cavallo tra suggestioni pubblicitarie e ideologiche del genere woke per cui se un maschio è maschio già per questo deve vergognarsi. Deve frignare. La allucinante spiegonata, infatti, si correda di ulteriori deliri innaturali, contronaturali, in cui si predicano cose fuori dal mondo tipo il dirigismo sessuale già dalla scuola, lo chiamano non più educazione sessuale, superata, anni ‘70, ma educazione sentimentale, con sapore flaubertiano, ma sarebbe ti insegno io come fare l’amore. A vent’anni? A sedici? Ci vuole il tutor? L’amplesso politicamente corretto, gemendo sul più bello “dai, dai, non c’è più tempo”?

“Niente sesso siamo giovani”, e non si capisce se Sciandivasci e la Stampa si preoccupino o esultino. Ma ne esultano, in quel modo miope, sciagurato che usa oggi nei giornali parrocchiali. Però poi ci si infila, forse per riempire lo spazio, l’allucinante o allucinogeno intervento di certo Alex Trenta* che sarebbe uno della generazione T, come Topolino e qui la prosa da insostenibile si fa insopportabile, assume le sembianze degli artiglietti che solfeggiano sulla tastierina al termine di avambraccini pelosi, nessuna attività fisica, molto inginocchiatoio da blocco del traffico per salvare il pianeta: “Sono un pirata dell’amore” e da Ligabue siam passati a Julio Iglesias, “faccio l’amore senza ossessioni di genere”: e invece l’ossessione c’è, sta nel ripetere al mondo che non sei ossessionato, come fanno i fanatici, e questo del Trenta* vorrebbe essere un raccontino, ma scritto in un modo talmente inconsistente, velleitario, infantile, con i trucchetti stilistici e grafici che già erano pessimi della generazione cannibale, trent’anni fa, clamorosamente peggiorati però, senza capo né coda, senza andare a parare dove vuoi ma arrivaci, santo cielo, niente, un girotondarsi addosso da solo, il pirata dell’ammore che “mi sento Spiderman. Anzi sono Spiderman”, e per essere ancora più supereroico poteva pure scrivere così: mi. Sento. Spiderman. Dopo.

Solo che il pirata senza sesso con tutti i sessi che pensa al Premio Strega, al futuro da Michele Murgio, casca sul più bello nel moralismo più reazionario e dunque patetico: “Sono stato tuo e tu sei stata mia”. Tutti che sono tutto ma poi si distinguono bene i sessi, le appartenenze, insomma questo vuol dirci che da maschietto celenterato ha scopato con una donna. Anche i giornali parrocchiali hanno le loro esigenze, i loro limiti. A proposito, l’asterisco in fondo al nome non allude al superamento del genere in un miscuglio pangenico, ma solo al fatto che questo sarebbe uno scrittore e disegnatore di 24 anni. Illustrativo, insomma, per un kikazè che ci informa di percepirsi Uomo Ragno dell’ammore senza confini. Da piccoli talenti derivano piccole responsabilità.

Max Del Papa, 20 agosto 2023

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