Cronaca

Il messaggio ai lettori

“Si fa fatica a morire”. Feltri allarma, Sallusti spiega come sta

feltri sallusti

Tutto inizia da un tweet sulla piattaforma di Elon Musk. Lo verga Vittorio Feltri, direttore editoriale del Giornale, ed è una stilettata tipica del giornalista capace di dire tanto in poche righe. Testuale: “Dio buono, si fa fatica anche a morire. Non ce la faccio”. Un messaggio breve, diretto, forse allarmante. O che di sicuro ha messo in allerta molti dei follower del noto cronista.

Tanti i messaggi di incoraggiamento arrivati subito dopo. C’è chi dice: “Non fare scherzi”. Chi replica: “Coraggio Feltri, abbiamo bisogno di te”. Chi lo invita a reagire e chi fa addirittura assicura di essere vicino alle lacrime. Dopo qualche ora di silenzio social, Feltri è tornato a scrivere su X sugli stipendi dei medici, sui femminicidi, sul debito pubblico e sullo spread di cui “tutti parlano e nessuno sa che roba è”. Già, ma come sta il direttore?

A chiarire tutto ci pensa Alessandro Sallusti, direttore responsabile del Giornale, dove entrambi sono tornati da poche settimane dopo la convivenza a Libero, in un articolo pubblicato stamattina dal quotidiano di via Negri. Anche a Sallusti il tweet aveva fatto “raggelare il sangue” e così l’ha subito chiamato per accertarsi delle sue condizioni: “Era a casa reduce da un veloce ricovero – scrive il direttore – e voglio tranquillizzare i lettori: Vittorio Feltri non sta morendo, come potete constatare anche oggi leggendo l’articolo di fondo di questo giornale, è sul pezzo, un po’ acciaccato ma assolutamente sul pezzo. È che a Vittorio, quando si parla di Salute, piace metterla giù più dura di quel che è, in sintesi gli girano gli zebedei, come direbbe lui, per avere ottant’anni e gli inevitabili conseguenti problemi che capisco possano costituire una scocciatura”.

Sallusti invita Feltri a “non fare il moribondo narcisista sui social” perché il giornale ha bisogno di lui. “Se proprio vuoi crepare, crepa: ma ffino che avrai un alito di vita ricordati che il tuo posto è qui in redazione a capotavola a fare quello che hai sempre fatto: scrivere, mugugnare per tutto quello che non funziona, rompere gli zebedei a tutti noi”.