Alla fine Jannik Sinner ha seguito il suo istinto e declinato l’invito di Amadeus: il tennista, che tanto il Festival aveva corteggiato, non salirà sul palco dell’Ariston. Sia lode al campione.
Sinner non sarà a Sanremo
Nei giorni scorsi, dopo la vittoria degli Australian Open, Jannik aveva fatto sapere di non gradire la passerella sanremese. Il conduttore e direttore artistico ci aveva provato lo stesso, presentando un invito ufficiale via social: “Non dovrai ballare né cantare – aveva detto Amadeus – Ma vieni a prenderti la standing ovation”. Così non sarà. Sinner non ripeterà l’errore di Matteo Berrettini, che dopo aver conquistato la finale di Wimbledon andò all’Ariston per ricevere il caloroso applauso. “Devo giocare a tennis io”, è la linea di Jannik. E né Ama né eventuali sponsor sono riusciti a smuoverlo da questo intento.
Perché Jannik ha detto no
In conferenza stampa dalla sede della Federtennis, dopo l’incontro di ieri con Giorgia Meloni, Sinner ha annunciato ufficialmente che farà “il tifo da casa”. “Per me qui l’Australia è finita – il ragionamento – Quando dovrei andare a Sanremo sarò già a lavorare che è quello che mi piace fare”. Poco prima, Amadeus con un altro video aveva di fatto anticipato quella che sarebbe stata la decisione finale: “Quando ti ho invitato a Sanremo – ha detto – l’ho fatto con il cuore, pensando di interpretare il desiderio di milioni di italiani. Certamente non immaginavo tutto questo rumore intorno al mio invito. Sanremo deve includere, non deve dividere. Non ti volevo mettere in imbarazzo”. Il direttore artistico è “dispiaciuto”, ma “non cambia nulla” (e che doveva cambiare?). Più che altro dovrà digerire un rifiuto a cui non è abituato. Direbbero i Rappresentanti di Lista: “Con le mani, con le mani… ciao ciao”.
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“Ecco perché risiedo a Montecarlo”
Altro tema spinoso, quello della residenza a Montecarlo, situazione che gli permette ovviamente di pagare le tasse che nel Belpaese di cui porta la bandiera in giro per il mondo. Alcuni, tra cui Aldo Cazzullo, avevano sottolineato l’irragionevolezza di presentarsi come campione che unisce l’Italia quando qui non versa alcuna imposta. A zittire i moralisti del fisco ci ha pensato lo stesso Sinner, con le classiche poche parole: “Quando ho fatto 18 anni mi sono allenato a Bordighera con il mio ex allenatore che aveva la residenza a Monaco e dissi che ci sarei andato anche io. Lì ci sono tanti tennisti con cui allenarsi, le strutture sono buone, lì mi sento a casa. Posso andare al supermercato con zero problemi. Sto bene lì, ecco”. Game, set, match.
Franco Lodige, 31 gennaio 2024