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Sia lode all’orinatoio di Churchill, salvato dall’avvento del ministro donna

© George Dolgikh e RonFullHD tramite Canva.com

Ci sono delle storie che meritano di essere raccontate senza essere liquidate come faccende di secondo piano. Soprattutto nell’era della cancel culture, del woke, del #metoo e delle tante statue abbattute in nome di non si capisce bene quale inclusività.

Dovete sapere che nella storia della Gran Bretagna, come in tanti altri Paesi occidentali e non, prima del governo Starmer non era mai successo che una donna diventasse ministro del Tesoro. Ergo: l’ufficio della seconda carica più importante del regno di Sua Maestà è sempre stato “pensato” per le esigenze degli uomini. Bene. Sappiate che nel gabinetto personale riservato al ministro è presente un orinatoio in maiolica che, per ovvie ragioni, la neo-ministra Rachel Reeves non può utilizzare. O meglio: risulta decisamente scomodo. I suoi collaboratori, preso possesso dell’ufficio, avevano subito pensato di abbattere l’orinatoio per sostituirlo con un water più comodo. Il che sarebbe stato decisamente comprensibile. Tuttavia quel gran pezzo di maiolica in Great George Street ha ricevuto per anni le minzioni di un grande della storia, tal Winston Churchill, dunque ha assunto un valore storico. E così i collaboratori della Reeves hanno desistito.

La maiolica, per quanto non sia un’opera d’arte, risale ai primi anni Venti del Novecento e chiedere alla sovrintendenza degli edifici storici di modificare il bagno sarebbe stato complicato. Il costo si sarebbe aggirato intorno alle 10mila sterline. Quindi meglio soprassedere ed utilizzare i già presenti servizi dedicati alle signore. Pare che per coprirne la vista, la ministra stia pensando di infilarci dentro o davanti una bella pianta verde. Così sia.

Ora: chi scrive è dell’idea che non tutto ciò che viene dal passato debba essere conservato in nome dei ricordi storici. Per dire: va bene preservare i muri dell’imperatore Augusto, ma non è neppure possibile impedire a Roma di avere una metropolitana degna di una Capitale europea. Allo stesso modo, se non è possibile avere due o tre stadi a Milano – come sarebbe logico per il cuore economico del Paese – impedire l’abbattimento e la ricostruzione di San Siro sa solo di ostacolo al progresso. Economico, sportivo e architettonico. Però l’idea che un orinatoio così maschio, maschilista e maschile riesca a sopravvivere all’avvento di un ministro donna sa di vittoria della pacificazione di genere. Lode a Rachel Reeves che ne ha fatto una battaglia femminista. Tutto questo ci insegna che, come non v’è bisogno di tirare giù una statua di Colombo per affermare che lo schiavismo fa schifo, allo stesso modo si può conservare il cesso di Churchill gioendo al contempo del fatto che la scrivania, finalmente, verrà occupata da un ministro donna. Chapeau.

Giuseppe De Lorenzo, 13 agosto 2024

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