In un contesto internazionale teso e difficile come la crisi in Ucraina, da Washington emerge un raggio di speranza. In una recente conferenza stampa, la portavoce della Casa Bianca, Karolin Leavitt, ha dichiarato: “Siamo all’ultimo miglio verso la pace, non siamo mai stati più vicini di oggi a un accordo di pace e il presidente è determinato a ottenerne uno”. Una prospettiva che potrebbe servire anche ad evitare il massacra di soldati nel Kursk dove, secondo la BBC, è in corso un ritiro “catastrofico” di fronte a un fuoco pesante dell’esercito russo, con continui attacchi di droni.
“Domani parlerò con il presidente russo Putin per salvare alcuni soldati che sono in grossi guai. Sono stati catturati, essenzialmente, sono circondati da soldati russi”, ha detto Trump durante la visita al Kennedy Center. “È una cosa importante, sono circondati da soldati russi, e credo che lo fosse, se non fosse stato per me, non sarebbero più qui”.
In questo scenario complesso, le posizioni di Usa e Russia si fanno sempre più centrali, mentre la possibilità di una soluzione diplomatica appare più concreta. L’amministrazione Trump infatti valuta il riconoscimento della Crimea come territorio russo come una possibile via per mettere fine al conflitto, come riportato da Semafor. Vi sono pero anche richieste più dirette da parte russa: il vice ministro degli Esteri russo Aleksandr Grushko ha dichiarato che Mosca intende chiedere “garanzie di sicurezza ferree” in un possibile futuro accordo di pace sull’Ucraina, e ha incluso tra queste richieste “uno status neutrale” per Kiev e “la sua non ammissione alla Nato”.
Intanto si valuta anche un possibile incontro tra il leader russo e quello americano. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha affermato che spetterà proprio a loro di decidere: “Il leader del Cremlino Vladimir Putin e il presidente americano Donald Trump decideranno loro stessi quando incontrarsi di persona”. Peskov ha inoltre descritto la conversazione telefonica in programma domani tra i due presidenti come un “passo importante” per il ripristino delle relazioni bilaterali.
E mentre si cerca un accordo di pace, la Russia esprime la sua posizione sulla presenza internazionale in Ucraina. Il vice ministro degli Esteri russo Alexander Grushko, in un’intervista al quotidiano Izvestia, ha proposto la possibilità di schierare “osservatori disarmati” per monitorare un futuro accordo di pace; tuttavia, ha ribadito l’opposizione alla presenza di peacekeeper di Paesi appartenenti alla Nato. Infine, un avvertimento dal Cremlino: l’invio di militari da Paesi Nato in Ucraina rappresenta “una tendenza assolutamente pericolosa”. Questo, secondo il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, creerebbe “ulteriori cause di fondo del conflitto”.
Articolo in aggiornamento
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