“Siamo giovani e preoccupati dal conformismo dei nostri coetanei sul virus”

21.5k 82
generica_porro_1200_3

Tre giovani siciliani mi scrivono per denunciare l’incoerenza delle ultime misure sulle discoteche e l’atteggiamento pandemicamente corretto (sui social e non solo) dei millenial. Ecco una voce di una generazione troppo spesso criminalizzata da stampa e politica nelle ultime settimane. Ma soprattutto, ecco una voce fuori dal coro.

Gentile Nicola,

Siamo tre giovani siciliani, e seguiamo quotidianamente la sua Zuppa di Porro da alcuni mesi. Siamo alquanto preoccupati. Qualcuno starà pensando: “Che ragazzi responsabili! Quanto sono attenti alla questione Covid-19!”. Ebbene, quel qualcuno si sbaglia: noi facciamo parte di quell’orda assassina di pericolosi negazionisti (così ci definirebbero i media mainstream).

Pensiamo possa immaginare per quali ragioni abbiamo deciso di scriverle: la chiusura delle discoteche e l’obbligatorietà delle mascherine anche all’aperto dalle 18:00 alle 6:00. Qualcuno starà pensando: “Ecco! I soliti ragazzini senza cervello che si preoccupano solo di loro stessi e che vogliono divertirsi mentre la gente muore!”. Anche in questa circostanza, quel qualcuno si sbaglia: avendole frequentate molto di rado, delle discoteche, francamente, ce ne infischiamo! E se qualcuno muore, di certo, la colpa non è nostra. Ma questo, non ci pare sia molto chiaro.

Quello che ci preoccupa davvero è la mancata reazione dei cittadini italiani, in particolare dei millennial. Molti giovani della nostra generazione sono pronti a protestare al fianco di Greta o dei Black Lives Matter (legittimamente, sia chiaro, anche se non condividiamo tali posizioni) ma non per riprendersi la libertà. Ne intuiamo il motivo: sono obnubilati dalle epifanie televisive del Premier e dai deliri vaticinanti degli scienziati da salotto TV. Del resto, il grande Culto del Virus si fonda sulla visione panteistica del Morbo: Esso è in Tutto; Tutto è Esso. E la comunicazione martellante di questi mesi ha indotto molte persone ad uno stato mentale in cui la voglia di vivere è stata spazzata via dalla paura di morire.

Noi, poco più che ventenni, facciamo parte del popolo dei social. E la maggior parte dei ragazzi della nostra generazione è perfettamente allineata a certe idee stataliste o, peggio ancora, liberticide propugnate dal Governo nel nome della salute e della sicurezza. Nelle prime settimane di ‘sta storia folle, tutti erano pronti a dispensare consigli salutisti con l’hashtag IoRestoACasa o a diffondere iridescenti messaggi di speranza tramite l’hashtag AndràTuttoBene. Likes a pioggia: ovviamente. Oggi, è anche peggio: apologie del Governo e dei suoi protocolli (impossibili da rispettare e da far rispettare) senza soluzione di continuità.

C’è addirittura, su Facebook, Twitter o Instagram, chi considera alla stregua di un mentecatto chiunque non comprenda la ratio (se così si può definire) del provvedimento che rende obbligatorie le mascherine dalle 18:00 alle 6:00: il Governo ha così deciso giacché in tale fascia oraria risulta in aumento la concentrazione di bipedi nelle aree all’aperto, non perché il morbo principia la propria attività omicida ad una data ora. Semplice, no? Ci perdoni, Nicola, ma non possiamo trattenerci: che solenne minchiata! Dopo l’una e mezza di notte, almeno dalle nostre parti, non c’è in giro quasi nessuno (qualcuno solo nei weekend). Di giorno, invece, quasi tutti vanno al mare, anche i meno giovani, visto che siamo in agosto. Insomma, c’è tanta gente in giro anche tra le 6:00 e le 18:00. Ma questo, non ci pare sia molto chiaro.

Altri scrivono che sia stato sacrosanto chiudere le discoteche perché, in quei luoghi di perdizione, non si rispetta il distanziamento: provate voi a rimorchiare (o a farvi rimorchiare) parlando a più di un metro di distanza con la musica sparata al massimo! Pensiamo che sarebbe tutto molto più semplice se si lasciasse la libertà di scegliere. Hai paura del virus? Bene, resta barricato in casa per il resto dei tuoi giorni e metti la mascherina dappertutto! Sei disposto a correre il rischio di essere contagiato? Esci, e vai a ballare in un’orgia di alcol e raggaeton! E se sei fortunato, salvo gli effetti dell’alcol, scopa anche per più di un quarto d’ora! Alla faccia della task force per il sesso “pandemicamente corretto”.

Grazie al cielo, c’è lo Stato che decide per noi: così è molto più semplice discernere il Bene dal Male. Noi, però, siamo per la libertà, massima espressione della democrazia. Ma qualcuno, certamente, vorrà farci la solita lezioncina sul rispetto degli altri. Per non parlare di quella sul rispetto delle regole. La salute è un diritto, non un obbligo. Noi siamo disposti a correre il rischio di ammalarci pur di continuare a vivere. Del resto, «lentamente muore […] chi non rischia» scrive Martha Medeiros, perché «essere vivo/richiede uno sforzo molto maggiore/del semplice fatto di respirare». Ma anche questo, purtroppo, non ci pare sia molto chiaro.

Cordiali saluti,

Luigi Cino, Gabriele Martorana, Giuseppe Sardo

Ti è piaciuto questo articolo? Leggi anche

Seguici sui nostri canali
Exit mobile version