Siamo sicuri che gli italiani vogliono sostenere Zelensky?

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L’articolo 1 della nostra Costituzione afferma che il popolo esercita la sovranità “nelle norme e nei limiti della Costituzione”. Questa affermazione stabilisce la priorità della legge su tutti, che sono tenuti al rispetto della stessa. La Costituzione è l’insieme di leggi fondamentali sui quali si forma un Paese. Su questo siamo tutti d’accordo ma spesso vengono meno le risposte alle domande che i cittadini si fanno.

Sono un cittadino trevigiano, vignettista satirico che collabora con Nicola Porro e la sua Quarta Repubblica. I follower che mi seguono nei social sanno benissimo qual è il mio schieramento politico, non ho mai nascosto il voto dato all’attuale Presidente del Consiglio e proprio per questo sono gli stessi follower che mi pongono alcune domande in cerca di un “aiuto” prima di recarsi alle urne in occasione delle elezioni europee di giugno. Credo che alcune domande siano lecite, soprattutto per far chiarezza su certi aspetti che si pensava venissero risolti dopo l’ascesa di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi.

Le domande più frequenti sono sempre le stesse e molto importanti, interrogativi nati in concomitanza con la guerra scoppiata tra Russia e Ucraina. Ad un certo punto le notizie alla tv erano sempre più volte alle sanzioni da dare alla Russia e agli aiuti per supportare il popolo ucraino. Io non credo che possa esistere un popolo filorusso o filo ucraino, ma se devo essere sincero non c’è nemmeno un popolo favorevole agli aiuti a Zelensky. Mi faccio volentieri portavoce del malessere generale e del fatto che una percentuale molto alta del popolo italiano è convinto che aumenti di luce, acqua, gas e soprattutto benzina siano dovuti proprio al fatto degli aiuti che dobbiamo dare.

Ed è sempre la solita maggioranza a essere convinta che stare in Europa non sia proprio conveniente. Meglio morire di stenti, oppure sopravvivere tirandosi su le maniche ma sempre da italiani e non da europei? Troppe armi date da una nazione, l’Italia che armi non ne ha, quindi? Come si spiega questo? Perché vivere quasi in ristrettezza per un paese che non è nemmeno nella comunità europea? Perché rischiare di entrare in un conflitto mondiale sapendo di non avere forze militari in grado di difenderci? Questi sono quesiti che probabilmente per trovare risposte avrebbero bisogno di spiegazioni difficili da comprendere ma che sicuramente fanno parte dei segreti di stato e quindi impossibili da capire.

Ma torniamo in Italia. Tutti ricordano lo spot realizzato nella stazione di servizio dal Presidente del consiglio quando ancora era in opposizione. Espressione incredula e basita quando il benzinaio le dice che su cinquanta euro di carburante, trenta vanno allo stato e venti al gestore che chiaramente ci dovrà pure pagare le tasse. La promessa? La cancellazione delle accise. Ad oggi la benzina è aumentata vertiginosamente e sfioriamo i due euro al litro. Per molti l’auto è l’unico mezzo di trasporto per raggiungere il posto di lavoro e questo grava moltissimo a fine mese, quando si deve fare i conti con tutte le spese vive. Alla fine, resta ben poco, un residuo accompagnato dalle lacrime dei capifamiglia che si vedono messi al muro e alla fame.

Quindi le domande lecite da porre sono: perché a quasi due anni dalla vittoria delle elezioni politiche la benzina è aumentata di quasi il 50%? Perché siamo costretti a fare veri e propri prestiti bancari per pagare bollette e fare la spesa? Tutto è aumentato. Perché dobbiamo continuare a sostenere l’Ucraina, quando non riusciamo a sostenere noi stessi? Perché stiamo ancora con quell’Europa che sta mettendo in ginocchio la nostra agricoltura, le nostre case, la nostra cultura, cucina e le auto con le follie green?

L’italiano medio vede solo nero e se tanti hanno posto la fiducia in Giorgia Meloni altrettanti l’hanno persa e non andranno a votare. Penso che la fortuna per un partito siano le elezioni basate sulle promesse, ma forse ci vorrebbe un cambio radicale.

Caro Presidente Meloni, io le ho dato fiducia e sono tra coloro che vogliono ancora credere in Lei, ma anche per i partiti ci vorrebbe un “Festival di Sanremo” dove, come nelle canzoni in gara i cittadini grazie al televoto segreto, voterebbero il partito per quello che ha già fatto e non per quello che farà, così non ci sarebbero più parole al vento né false promesse, ma solo ed esclusivamente fatti veri.

Ripeto che forse tutto questo è folle ma solo perché necessiterebbe di molto, moltissimo coraggio e determinazione. C’è un malessere molto sentito che porta all’italiano la voglia di non andare ai seggi. Cerchiamo di ridare la fiducia a chi, come me, le ha dato la preferenza, torniamo ad essere l’Italia forte che eravamo. Riprendiamoci gli elettori delusi. Abbiamo tutto, cultura, storia, arte, cucina, paesaggi mozzafiato da nord a sud. Abbiamo un Paese che tutti ci invidiano e che molti vorrebbero distruggere. Abbiamo un Paese che sapeva anche ridere ma che ora sta perdendo forza, carisma e serenità. Ritroviamo tutto questo che abbiamo perso, perché ce lo meritiamo. Perché siamo italiani.

Beppe Fantin, 3 maggio 2024

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