Politiche green

Follie verdi

Siamo sotto ricatto: ecco come reagire agli eco-estremisti

Liberisti Italiani lancia il referendum a Roma contro la delibera di Gualtieri sull’allargamento della Ztl

ue ambientalisti © artJazz e George Lovic tramite Canva.com

Intendiamoci, chi sarebbero gli estremisti? La sinistra europea e chi li segue in Italia che vuole “incappottare” i nostri fabbricati storici, i nostri borghi medioevali per farli salire alla classe energetica C, minacciandoci di comprimere la nostra proprietà immobiliare o chi si oppone a questo infame, inutile e stolto ricatto? Chi è l’estremista? Gli eco-invasati di Bruxelles e chi li segue qui da noi che vogliono fare l’utopica ed inutile conversione all’elettrico (solo in Europa) di tutti i mezzi privati, ricattando le persone che non possono cambiare auto, oppure chi si oppone a queste prepotenze?

Oggi gli estremisti sono questi dirigisti che pensano di cambiare il clima a suon di nuove tasse, obblighi e ricatti. Qui nessuno mette in discussione che ci siano dei cambiamenti di temperatura e climatici, ci sono sempre stati e sono fenomeni naturali. Quel che noi altri mettiamo in discussione è che la causa di questi cambiamenti sia attribuibile all’attività umana, né che sia misurabile eventualmente in che percentuale. Sulla base, quindi, di una “ipotesi non verificata” e probabilmente non verificabile l’Unione Europea in primis (a trazione socialista da anni) sta forzando la mano con un disegno che parte da lontano. Ormai queste scelte ideologiche stanno entrando nelle nostre città, nei nostri risparmi, nelle nostre vite, limitando la libertà, distruggendo intere filiere produttive con lo scopo, nemmeno nascosto, di proibire con la forza l’utilizzo di un mezzo di trasporto privato e/o di sostituire i motori termici delle auto private con quelli elettrici, il che – tra l’altro è obiettivo impossibile su scala globale e per tutti i mezzi di trasporto.

Il tutto senza un piano di costruzione di nuove centrali nucleari di ultima generazione, perché la parola “nucleare” nei documenti europei è paradossalmente un tabù, quando ormai è chiaro che il futuro energetico del pianeta dipenda in massima parte proprio dalla ricerca e utilizzo dell’energia nucleare. Un conto è combattere l’inquinamento – su cui tutti siamo assolutamente d’accordo – un altro voler “combattere e mitigare” i cambiamenti climatici sulla base di una ideologia. Non è provato, inoltre, che le politiche adottate dalla Ue possano raggiungere l’epico obiettivo di cambiare o mitigare il clima.

L’Italia – che ha abolito la possibilità di installare centrali nucleari dal 1990 – si sta facendo paladina di queste scelte prepotenti e ottuse decise dalle forze di centro sinistra nel Parlamento Europeo. Assurdo pensare ad una conversione energetica basata su centrali termoelettriche alimentate da combustibili fossili e al contempo ricattare i cittadini sulle proprie case e impedendogli di circolare con la propria utilitaria per andare a lavorare.
Il governo Meloni è troppo timido sul tema e non sembra voler contrastare per davvero queste scelte della sinistra, nonostante le forze politiche dell’attuale maggioranza in Europa abbiano invece condotto una dura battaglia di buon senso contro questi estremismi.

Questo si può comprendere pensando all’enormità di denaro che stiamo ricevendo da Bruxelles (l’Italia è l’unico stato in Europa ad aver chiesto ed ottenuto quasi 240 miliardi per il nostro famigerato Pnrr, con un distacco gigantesco rispetto a tutti gli altri stati europei). È ormai chiaro che siamo sotto ricatto. Tutto questo impatta sulle nostre vite in modo violento, sulle nostre libertà e si deve reagire. Se non lo farà il governo italiano, dovranno essere i cittadini a reagire a tutto questo.

Da un lato va sostenuto il dibattito sui cambiamenti climatici, facendo confrontare i sostenitori delle conclusioni dell’IPCC con il gruppo dei 1600 scienziati e premi Nobel (sempre di più) che invece quelle conclusioni – con dovizia di numeri e dati – contestano. Inoltre attraverso una mobilitazione nazionale le persone di buon senso dovranno fermare col proprio impegno civico le scelte stolte, prepotenti, inutili sotto il punto di vista ambientale, che i governatori regionali ed i Sindaci stanno mettendo in pratica colpendo e ricattando i cittadini italiani.

A nulla servono i rinvii, serve un segnale forte che viene dal basso. Serve il referendum a Roma contro la delibera del sindaco Gualtieri sull’allargamento della Ztl. Sia chiaro non si tratta solo di contrastare la delibera assurda sulla Ztl allargata a tutta la capitale, non si tratta di una battaglia corporativa dei proprietari di un auto euro 4, si tratta di iniziare ad alzare la testa contro i ricatti folli, inutili e prepotenti della sinistra europea. Serve impegno per la Libertà.

Andrea Bernaudo, presidente di Liberisti Italiani