Per quelli che ancora sostengono che l’antisemitismo non esista più e che sia stato sostituito, semmai, dall’antisionismo, consigliamo di visionare le immagini degli ultrà italiani durante il match Italia-Israele.
Prima della partita un nutrito gruppo di tifosi nostrani ha girato le spalle verso l’avversario israeliano mentre si suonava l’inno di Gerusalemme. Non crediamo sinceramente che questi tifosi siano degli appassionati critici delle scelte di politica estera israeliana, né che conoscano a fondo il conflitto israelo-palestinese o che tantomeno sappiano il significato della parola “sionismo”.
Semplicemente essi manifestano un plateale antisemitismo, considerando che lo sport dovrebbe rappresentare, almeno secondo l’insopportabile retorica che lo circonda, un’occasione di ritrovo e di vicinanza umana. La realtà è che lo sport è una rappresentazione di conflitto mondata dei suoi aspetti più violenti, ma che vede sempre contrapposti degli avversari, i quali, il più delle volte, si disprezzano.
Ebbene, questo è successo a Budapest. Un ostentato gesto di antisemitismo nuovamente, lo ripetiamo, assai rivelatorio della ritrovata ostilità verso gli ebrei che si respira in tutta Europa. Ogni critica presuppone conoscenza, altrimenti è tifoseria. Ecco, qui siamo. Un lungo, interminabile, orrendo corteo di ultrà antisemiti che da molti mesi si trascina nelle piazze, nelle università, nelle strade di quello che una volta era l’Occidente.
Francesco Teodori, 10 settembre 2024
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