Politica

Sigonella, esempio di sovranità da non dimenticare

Ricorre l’anniversario di quell’evento che segnò una forte crisi tra i rapporti Italia-Usa, diventato anche simbolo di orgoglio

38 anni fa l’evento che ha rivendicato la sovranità italiana. Sigonella, base NATO che si trova non distante dalla mia città, Catania, importante e strategico centro militare per il Mediterraneo e il Medio Oriente, base in cui convivono italiani, americani e personale NATO. Il destino ha voluto che a questa base fosse dedicato un capitolo della storia del nostro Paese e della politica italiana, con un avvenimento che viene tramandato da generazioni. La crisi di Sigonella. È la notte tra il dieci e l’undici ottobre 1986.

In questi giorni ricorre l’anniversario di una notte che ha segnato profondamente i rapporti tra Italia e Usa negli anni a seguire, un momento importante di rivendicazione della sovranità nazionale. “Abbiamo agito secondo la nostra coscienza, la nostra politica e secondo le nostre leggi. Questi i fatti, la verità dei fatti”. Con queste parole il presidente del Consiglio Bettino Craxi affermava la giurisdizione del nostro Paese sui fatti accaduti sulla nave da crociera italiana Achille Lauro, in cui un gruppo di terroristi palestinesi aveva causato il dirottamento della nave e l’uccisione di un passeggero americano. La presa di posizione forte e decisa di Craxi fu presa a seguito delle richieste, del presidente americano Ronald Reagan, di sottoporre i terroristi alla giustizia americana. “Parole ferme” hanno attraversato il filo della cornetta che collegava Roma, in particolare l’hotel Raphael, residenza romana di Bettino Craxi, e Washington.

Quella notte i militari italiani su indicazione di Craxi, non consegnarono gli attentatori, che erano stati fatti atterrare a Sigonella con la mediazione dello Stato egiziano, ai soldati americani non autorizzati a sconfinare sulla pista di Sigonella sul lato italiano. Le scelte prese da Bettino Craxi suscitarono numerose polemiche nei giorni a seguire, sia sul piano della politica nazionale che di quella internazionale, in particolare americana. Ma, nonostante i duri attacchi, Craxi riuscì a mantenere la propria linea, evitando una crisi di governo voluta dai ministri repubblicani, filo-americani. Impossibile non ricordare il momento in cui Giulio Andreotti, ministro degli Esteri, versava l’acqua nel bicchiere di Craxi durante l’intervento in Parlamento. Un segno di ascolto e fiducia nell’oratore, la conferma della fiducia dei democristiani al Governo Craxi.

Una vicenda che suscita, dopo 38 anni, un sussulto di orgoglio e di romanticismo, un sentimento che nei confronti di Craxi mi è stato tramandato come il racconto di una favola. Una favola che si chiama “Sigonella”.

Federico Scalisi, 13 ottobre 2024

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