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Le scelte degli elettori

Sinistra in crisi, Meloni avanti in doppia cifra: cosa dicono i sondaggi

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Ormai è profondo rosso per il centrosinistra. La nuova direzione del Nazareno, ora guidata Elly Schlein, avrebbe dovuto riportare il Partito Democratico a percentuali ben stabili oltre il 20 per cento dei consensi. La soglia psicologica, non raggiunta da Enrico Letta alle scorse elezioni, era stata proprio la causa principale del divorzio tra l’ex Presidente del Consiglio e la segreteria del Pd. Il cambio di rotta, dicono però i sondaggi, non si è ancora registrato. Ed è passato più di un anno dal trionfo di Giorgia Meloni all’ultimo giro di urne politiche.

Dominio Meloni

A certificarlo per l’ennesima volta sono i sondaggi di Tecnè, pubblicati ieri da Quarta Repubblica. Fratelli d’Italia continua a dominare incontrastato al 29 per cento. Schlein è distaccata di ben 10,3 punti percentuali (19,7); segue poi il Movimento 5 Stelle al 16,2 per cento. Da qui in poi, il range tra i partiti che superano la doppia cifra e quelli stabilmente sotto è sempre più ampio. Forza Italia è ferma al 9,9 per cento, seguita dalla Lega di Matteo Salvini al 9,2 per cento.

Nell’ala dell’ex Terzo Polo, invece, è Azione a rimanere stabile al 3,6 per cento, mentre Matteo Renzi non raggiungerebbe neanche la soglia di sbarramento (2,4 per cento), che si posiziona appena dietro a Verdi-Sinistra Italiana, stabile al 3,4 per cento. Infine, chiude la cerchia Più Europa di Emma Bonino al 2,1 per cento. In crescita, ancora una volta, è la percentuale di astenuti: 43,3 per cento.

Tracollo sinistra nei sondaggi

Volgendo lo sguardo alle coalizioni, al primo posto incontrastato è ovviamente il centrodestra al 47,2 per cento. Nell’ipotesi in cui grillini e piddini dovessero allearsi per contrastare le ‘destre’, il consenso degli elettori si fermerebbe al 35,9 per cento. Insomma, si tratta di quasi 12 punti in meno rispetto alle forze che oggi siedono a Palazzo Chigi. L’ennesimo fallimento del mondo progressista, che ora vede sempre più col binocolo il blocco conservatore e liberale.

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