Dopo il via libera alla Camera, la proposta di legge ribattezzata “anti moschee” a firma Fratelli d’Italia è attesa al Senato per la fumata bianca definitiva, ma non mancano ovviamente le polemiche. Come sempre a caccia di un po’ di visibilità, la sinistra si è schierata al fianco delle associazioni islamiche blaterando di incostituzionalità e di rischio radicalizzazione, senza capire nulla del testo a prima firma del capogruppo meloniano Tommaso Foti, che modifica l’articolo 71 del codice del Terzo settore in materia di compatibilità urbanistica dell’uso delle sedi e dei locali impiegati dalle associazioni di promozione sociale per le loro attività.
Una legge “discriminatoria” nei confronti degli islamici, destinata a portare “un peggioramento della situazione già precaria” delle sedi delle comunità islamiche “che spesso non trovano vita facile”, la denuncia dei compagni. Ma forse sarebbe il caso di andare a studiare i contenuti della proposta, che ha un unico obiettivo: intervenire contro quelle situazioni di abusivismo che hanno portato a trasformare magazzini, capannoni e garage in luoghi dalle finalità diverse da quelle proprie, in assenza di autorizzazione alcuna. Un’unica stella polare, la legalità. Ovviamente nel pieno rispetto della Carta.
Il testo pone una stretta sulle sedi di associazioni di promozione sociale utilizzate come luoghi di culto, prevedendo che la procedura agevolata per il cambio di destinazione d’uso prevista dal codice del terzo settore non si applichi alle sedi e ai locali utilizzati esclusivamente per attività di culto che “non rispettino gli standard di sicurezza e accessibilità”. Parlare di attacco alla libertà di culto e di religione è una stupidaggine: si tratta semplicemente di mettere una toppa su un testo lacunoso. Regole minime e limiti chiari per arginare la piaga dell’abusivismo, sempre attualissima: leggendo le cronache degli ultimi mesi, sempre più garage, magazzini e capannoni sono stati trasformati in luoghi di preghiera senza badare alle norme di sicurezza o di accessibilità.
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Anziché parlare di incostituzionalità, appare logico pretendere luoghi sicuri sotto tutti i profili e dotati delle infrastrutture necessarie per potere ospitare i fedeli. Nessuno impedirà agli islamici o ai religiosi di altra fede di pregare e di osservare i riti sacri, ci mancherebbe: la libertà di culto è e sarà sempre rispettata.
E c’è un altro dettaglio che smaschera l’aspetto strumentale delle polemiche. Nella precedente legislatura la Commissione Affari Costituzionali della Camera ebbe ad esprimere parere favorevole ad un progetto di legge molto più vincolistico di quello attuale, ma all’epoca nessun compagno alzò la voce brandendo la Costituzione.
Franco Lodige, 21 maggio 2024
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