Due operai morti, tre feriti e tre dispersi: questo il bilancio del crollo nel cantiere per la costruzione del nuovo supermercato Esselunga in via Mariti a Firenze. Una tragedia le cui cause verranno accertate nel corso dei prossimi giorni dalle autorità: secondo una prima ricostruzione, sarebbe caduta una delle grandi travi portanti del tetto con sopra il solaio. Ma qualcuno, ovviamente a sinistra, ha pensato bene di trarre già le prime conclusioni, puntando il dito contro il governo e le sue presunte responsabilità.
Tra i primi a parlare del dramma di Firenze, Maurizio Landini ha attaccato frontalmente l’esecutivo di Giorgia Meloni. Particolarmente attivo a livello politico – le sue ambizioni di leader della sinistra non sono un mistero per nessuno – il segretario generale della Cgil si è espresso così appena pochi minuti dopo il crollo: “Nel 2023 ci sono stati mille morti sul lavoro e spesso questi incidenti sono prodotti dal sistema del subappalto e della logica degli appalti al massimo ribasso. Voglio ricordare però che è stato questo Governo a modificare il codice degli appalti e a reintrodurre il subappalto a cascata”.
Nessuno ancora sa i motivi della tragedia, ma Landini non ha dubbi: “È necessario che ci sia una reazione immediata e penso anche che sia necessario arrivare alla prossima settimana a un’iniziativa generale, che proporrò anche agli altri sindacati, perché non è più accettabile continuare a morire sul lavoro”. Un’uscita a vuoto stigmatizzata senza mezzi termini dalla Lega in una nota: “Sono disgustose le parole di Maurizio Landini, che commenta l’incidente sul lavoro a Firenze incolpando anche il nuovo codice degli appalti: il segretario della Cgil ignora che le nuove norme sono state volute dall’Europa, tanto che l’Italia era a rischio infrazione, e che nulla c’entrano con la tragedia. Il livore ideologico della Cgil non si ferma neppure davanti alle tragedie”.
Ma non è tutto. Sicuramente in modo più elegante ma non per questo giustificabile, il Pd ha subito chiesto conto al governo di quanto accaduto a Firenze. La senatrice Susanna Camusso – anche lei ex sindacalista, poi carriera politica, che mistero – ha affermato in una nota: “Ci troviamo di fronte ad una emergenza acclarata e scoppiata già da anni, alla quale il governo continua non fornire risposte risolute e concrete. Quanto dobbiamo aspettare ancora per vedere realizzati dei veri investimenti che progettino meglio le condizioni dei luoghi di lavoro senza puntare al risparmio? Quando sarà possibile allargare la prevenzione investendo nell’utilizzo di ulteriori mezzi innovativi e tecnologici che aiutino ad evitare gli incidenti dei lavoratori? Aspettiamo delle celeri risposte dal governo Meloni in Parlamento, perchè no le morti sul lavoro non possono essere trattate come un mero tema di pubblica amministrazione”. Dimenticando di essere stato al governo per anni – senza mai vincere mezza elezione – Francesco Boccia ha invocato nuove norme, più risorse e maggiori controlli. Ma non è tutto.
Dopo appena qualche ora dal crollo, il gruppo dei senatori dem ha invocato l’intervento in Aula del ministro Calderone. “Quanto avvenuto a Firenze in queste ore è tragico e molto grave. Ora è il momento del cordoglio e dobbiamo ringraziare l’opera dei soccorritori che si stanno prodigando per accertare il numero delle vittime e aiutare i feriti. Ma è assolutamente necessario che il governo venga in Parlamento a dirci cosa è accaduto”, la nota dei compagni: “Per questo il gruppo del Pd al Senato chiede che al più presto la ministra Calderone riferisca a Palazzo Madama sull’accaduto. Oramai è quasi quotidiana la cronaca degli incidenti e delle morti sul lavoro. Sono necessari e urgenti scelte e provvedimenti che investano in sicurezza sul lavoro a tutela dela vita delle lavoratrici e dei lavoratori”.