Nel panorama del tennis professionistico, la strada verso il successo è lastricata di sfide tecniche, fisiche e a volte anche normative. Jannik Sinner, grande campione del tennis italiano con una crescente reputazione internazionale, si è recentemente trovato al centro di un’attenzione particolare, non solo per le sue prestazioni in campo (vittorioso a Cincinnati) ma anche per vicende legate al regolamento antidoping. Il campione italiano è stato trovato positivo a una quantità minima di un metabolita di uno steroide anabolizzante, ma è già stato scagionato e non verrà sospeso perché è stata dichiarata la non intenzionalità dell’atto.
Sinner positivo al doping
A marzo due test antidoping, realizzati a distanza di 8 giorni l’uno dall’altro, hanno evidenziato la presenza di un metabolita del Clostebol, uno steroide anabolizzante, nel sangue di Sinner. Questa circostanza ha comportato la revoca dei punti e dei premi vinti durante il torneo di Indian Wells, con la perdita di 400 punti e un danno economico intorno ai 300mila euro.
L’indagine, gestita dall’agenzia mondiale antidoping del tennis, l’Itia, ha portato a un epilogo assai chiarificatore. Sinner è stato infatti prosciolto dall’accusa per aver assunto la sostanza proibita in modo inconsapevole. L’origine della contaminazione è stata ricondotta a un trattamento del suo fisioterapista a causa di un taglio a un dito. “Jannik non ne era a conoscenza e il suo fisioterapista non sapeva che stava utilizzando un prodotto contenente Clostebol”, ha scritto l’Itia nel comunicato. “Il fisioterapista ha trattato Jannik senza guanti e, per colpa di varie lesioni cutanee sul corpo di Jannik, si è determinata la contaminazione”. L’Itia ha fatto sapere che Sinner “non ha alcuna colpa o negligenza per due violazioni delle norme antidoping nell’ambito del programma antidoping del tennis (Tadp), essendo risultato positivo due volte alla sostanza proibita clostebol nel marzo 2024″.
“Il Clostebol – continua l’agenzia – è un agente anabolizzante proibito ai sensi della Sezione S1 della Lista delle sostanze proibite della World Anti-Doping Agency (Wada). Ai sensi del Codice mondiale anti-doping (Wadc), quando un giocatore ha un Adverse Analytical Finding per una sostanza non specificata, come il Clostebol, viene automaticamente applicata una sospensione provvisoria. Il giocatore ha il diritto di presentare domanda a un presidente di tribunale indipendente nominato da Sport Resolutions per far revocare tale sospensione provvisoria. Pertanto, dopo ogni test positivo, è stata applicata una sospensione provvisoria. In entrambe le occasioni, Sinner ha fatto ricorso con successo contro la sospensione provvisoria e quindi ha potuto continuare a giocare”. L’International Tennis Integrity Agency prosegue spiegando che “il giocatore ha spiegato che la sostanza era entrata nel suo sistema a causa della contaminazione da parte di un membro del team di supporto, che stava applicando uno spray da banco (disponibile in Italia) contenente clostebol sulla propria pelle per curare una piccola ferita. Quel membro del team di supporto ha applicato lo spray tra il 5 e il 13 marzo, periodo durante il quale ha anche fornito massaggi giornalieri e terapia sportiva a Sinner, con conseguente contaminazione transdermica inconsapevole”.
Ovviamente l’Itia ha consultato esperti scientifici “che hanno concluso che la spiegazione del giocatore era credibile”. Da qui è proseguita “un’indagine approfondita da parte dell’Itia, che ha incluso molteplici interviste approfondite con Sinner e il suo team di supporto, i quali hanno tutti collaborato pienamente al processo”. Alla fine, “l’Itia ha accettato la spiegazione del giocatore in merito alla fonte del clostebol trovato nel suo campione e che la violazione non era intenzionale”.
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Non è finita. Perché a quel punto “l’Itia ha deferito il caso a un tribunale indipendente affinché prendesse in esame i fatti specifici, esaminasse eventuali decisioni antidoping comparabili e stabilisse quale, se presente, colpa fosse imputabile al giocatore e, di conseguenza, quale sarebbe stato l’esito appropriato. Il 15 agosto 2024 si è tenuta un’udienza presso Sport Resolutions, in seguito alla quale il tribunale indipendente ha stabilito che nel caso non è stata applicata alcuna colpa o negligenza, il che non ha comportato alcun periodo di ineleggibilità”.
Karen Moorhouse, CEO di ITIA, ha affermato: “Prendiamo estremamente sul serio qualsiasi test positivo e applicheremo sempre i rigorosi processi stabiliti dalla WADA. L’ITIA ha condotto un’indagine approfondita sulle circostanze che hanno portato ai test positivi con cui il Sinner i suoi rappresentanti hanno collaborato pienamente. A seguito di tale indagine, l’ITIA ha accettato la spiegazione del giocatore in merito alla fonte del clostebol e che la presenza della sostanza non era intenzionale. Ciò è stato accettato anche dal tribunale”.
Le reazioni di Sinner e del legale
La decisione dell’Itia ha evitato a Sinner ulteriori sanzioni, consentendogli di continuare la sua stagione sportiva senza impedimenti aggiuntivi. Sinner stesso ha manifestato la sua intenzione di voltare pagina, enfatizzando il suo impegno verso il rispetto delle normative antidoping e la fiducia nel suo team per la conformità. “Ora mi lascerò alle spalle questo periodo difficile e profondamente sfortunato”, ha detto. “Continuerò a fare tutto il possibile per essere sicuro di continuare a rispettare il programma antidoping dell’Itia”.
Le considerazioni dell’avvocato di Sinner, Jamie Singer di Onside Law, hanno posto l’accento sulla necessità delle regole antidoping, pur evidenziando come esse possano talvolta colpire in modo ingiusto. “Jannik è assolutamente innocente in questa circostanza”, ha affermato Singer, sottolineando che nonostante le regole di responsabilità oggettiva, il giocatore ha dovuto affrontare una circostanza complicata per una contaminazione di cui non aveva consapevolezza. Da qui la decisione di “patteggiare” la perdita di punti e montepremi.
L’Itia conferma l’assoluzione, ma c’è il rischio ricorsi
La decisione di ritenere “innocente” Sinner è stata presa il 15 agosto scorso, ma “è appellabile dalla Wada e dalla Nado”, ovvero dall’agenzia antidoping mondiale e da quella italiana. L’Itia invece non presenterà ricorso. “Siamo incoraggiati dal fatto che non sia stata riscontrata alcuna colpa o negligenza da parte di Jannik Sinner – ha detto l’Atp – Vorremmo anche riconoscere la solidità del processo di indagine e la valutazione indipendente dei fatti, nell’ambito del Tennis Anti-Doping Programme (TADP), che gli ha consentito di continuare a competere. Questa è stata una vicenda impegnativa per Jannik e per il suo team e sottolinea la necessità che i giocatori e i loro entourage prestino la massima attenzione nell’uso di prodotti o trattamenti. L’integrità è fondamentale nel nostro sport”.
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