Gli alawiti siriani fanno appello a Israele per un intervento armato nel Paese mentre la violenza settaria in Siria si intensifica. Sì, avete letto bene, decisamente bene, e a molti di voi questa notizia sembrerà incredibile per due motivi fondamentali: il primo è che gli alawiti, la stessa etnia dei dittatori Assad padre e figlio, sono sempre stati nemici giurati di Israele, e la seconda ragione è che questa news non è stata riportata dai media italiani con l’enfasi che avrebbe meritato. Enfasi che non è e non dovrebbe essere legata a sterili e inutili motivi politici, ma a ciò che sta accadendo nelle strade delle città costiere da sempre roccaforti alawite.
La richiesta di aiuto è arrivata dopo l’inizio delle inaudite violenze che si sono consumate nelle ultime ore nei confronti della popolazione civile da parte delle forze del nuovo regime siriano con un numero altissimo di morti. Alcune fonti parlano di oltre settemila persone assassinate con il solito corollario di stupri nei confronti delle donne e ragazze, umiliazioni, oppressione, esecuzioni sommarie e atrocità. Sempre contro civili. Il web è pieno di immagini che non lasciano alcun dubbio sui fatti. Nel silenzio totale degli organi di informazione abbiamo visto come la violenza più inaudita ha preso forma nei quartieri di al-Datur a Latakia e a Jableh.
Le immagini, quelle che la quasi totalità delle televisioni occidentali non ha fatto vedere, hanno testimoniato gli arresti di massa, le violazioni quotidiane dei diritti umani, tutto questo mentre Karim Khan, procuratore della Corte Penale Internazionale dell’Aia e grande accusatore di Israele, era a Damasco a stringere la mano al neo Presidente siriano Ahmad Al Sharaa (Abu Muhammad Al Joulani) che solo perché si è tolto la divisa di Al Qaeda, ha accorciato la folta barba e ha indossato una giacca, una camicia e una cravatta, non avrà un mandato d’arresto per il genocidio degli alawiti e dei cristiani tutt’ora in corso. Gli amici contano, lo sappiamo bene, infatti il mondo guarda e resta in silenzio mentre c’è un genocidio in corso, questo vero, con centinaia di civili disarmati e indifesi che vengono presi casa per casa e assassinati per le strade, non per errore o come conseguenza di bombardamenti annunciati. E davanti a tutto questo nessuna convocazione del Consiglio di sicurezza dell’Onu sempre pronto in altri casi, in particolare quando Israele è una delle parti in causa.
Ad aggiungere sale sulle ferite l’Unione Europea, come un ubriaco in preda ai fumi dell’alcool, ha criticato gli alawiti, cioè le vittime dei massacri. Ma non è tutto perché al silenzio del Vaticano abbiamo avuto l’eco dell’appello dei Patriarchi delle Chiese con sede a Damasco (Siriaca ortodossa, Greco-ortodossa e Melchita cattolica) che hanno rilasciato una dichiarazione congiunta dove denunciano al mondo, chiedendone la fine immediata, i massacri in atto nelle città costiere. In essa hanno condannato esplicitamente le uccisioni di massa che avvengono sulla costa sottolineando che il popolo non può più tollerare l’umiliazione e il terrore quotidiani. Hanno anche accusato il regime di commettere atrocità contro civili indifesi, tra cui il saccheggio di case, il furto di oggetti di valore e l’arresto indiscriminato di giovani.
Ma questa tragedia annunciata e tutt’ora in atto non trova il posto che le dovrebbe competere nelle informazioni internazionali o, come già detto, non la giusta risonanza che permetterebbe alla comunità internazionale di muoversi per mettere fine a queste atrocità, perché nel mondo libero si dovrebbe scendere in piazza sempre, ogni volta che è necessario e non a corrente alternata a seconda di chi sono le parti in causa. Altrimenti si fanno distinzioni inaccettabili e il mondo non è più libero come vorremmo. A questo punto che nessuno parli più di leggi internazionali, di umanità o di moralità, perché lo schifo che stiamo vivendo ha ormai raggiunto livelli fino a pochi anni fa impensabili.
Michael Sfaradi, 9 marzo 2025
Nicolaporro.it è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati (gratis)