Politiche green

Smontiamo il Sacro Graal della religione climatista

L’IPCC, i media, gli affari, le extra-tasse e la politica: l’analisi in sei puntate del prof. Giuseppe Iazeolla

Immagine generata da AI tramite DALL·E di OpenAI

Pubblichiamo in sei parti l’analisi dal titolo “Clima, riscaldamento globale e CO2. L’IPCC, i Media, le credenze, gli affari, le extra-tasse e la politica” del professor Giuseppe Iazeolla (leggi qui la parte 4).

Parte 5
La credenza nell’AGW

I media e i catastrofisti del clima, dando valore certo e assoluto alle conclusioni non-scientifiche dell’IPCC sostengono che sussiste una correlazione diretta tra riscaldamento globale e aumento della frequenza dei fenomeni meteorici, mentre tutti i dati ricavabili dagli studi di climatologia riscontrano una loro concentrazione nelle fasi fredde piuttosto che in quelle calde [4].

Similmente, sostengono l’errata teoria secondo cui è la maggiore evaporazione prodotta dalle temperature terrestri più elevate ad aumentare gli eventi meteorici violenti , mentre al contrario, come dimostrato dal prof. Richard Lindzen [3], il noto esperto di Scienze dell’atmosfera del MIT, le cause degli eventi meteorici violenti sono piuttosto le differenze orizzontali di temperatura nei primi 10 km circa di spessore dell’atmosfera, differenze che una Terra più calda riduce, anziché aumentare!

Nel criticare le conclusioni non scientifiche dell’IPCC, il prof. Lindzen ha anche affermato che far credere alla gente che controllando la CO2 si possano evitare gli effetti di forze naturali incontrollabili, significa diffondere la teoria del riscaldamento globale antropogenico in un modo più adatto a una dottrina religiosa che al normale progresso delle scienze.

Anche il geografo Pinna [4] ha recentemente affermato e dimostrato che esiste un atteggiamento nei confronti del cambiamento climatico che sembra essere la religione del XXI secolo. Una religione fatta di atti di fede nei periodici report dell’IPCC verso i quali molti esperti (in realtà pseudo-esperti) sembrano chiamati a dare una conferma acritica, anziché discuterne e farne oggetto di ricerca [1, 5, 6, 11].

Ma perché questi esperti danno conferme acritiche del presunto riscaldamento globale? Il motivo risiede:

• sia nel fatto che le previsioni erronee dell’IPCC provengono da un organismo delle Nazioni Unite che i decisori politici e i Media sono molto cauti nel contraddire (anche se sanno che sono discutibili);
• sia nei colossali interessi economici che si sono creati attorno alla teoria dell’AGW (vedi più avanti la sezione “Il Business delle Emissioni zero”).

Oltre a questo, come spesso accade con gli atti di fede, il riscaldamento globale è entrato anche nella cultura del politicamente corretto, o cultura del piagnisteo [7], in cui qualcuno impedisce a qualcun altro di pensare o dire qualcosa! Di conseguenza si viene definiti negazionisti (e condannati come eretici) se:

1. Se non si accetta di considerare il riscaldamento come una terribile malattia della terra e una catastrofe globale.
2. Se non si accetta che esista una correlazione diretta tra riscaldamento e aumento della frequenza dei fenomeni meteorici e climatici (mentre, come sopra detto, tutti i dati ricavabili dagli studi di climatologia riscontrano [4] una loro concentrazione nelle fasi fredde piuttosto che in quelle calde!).
3. Se non si accetta l’errata teoria secondo cui è la maggiore evaporazione prodotta dalle temperature terrestri più elevate ad aumentare gli eventi meteorici violenti (mentre, come sopra detto, il prof. Lindzen [3] ha dimostrato che le cause degli eventi meteorici violenti sono piuttosto le differenze orizzontali di temperatura nei primi 10 km circa di spessore dell’atmosfera, differenze che una Terra più calda riduce, anziché aumentare!).
4. Se, in qualità di giornalista, si osa diffondere dubbi sulla teoria AGW e non si contribuisce a tenerla in vita (in questo caso si potrebbe anche essere messi da parte dal proprio direttore editoriale).

Leggi le precedenti puntate:

  1. Clima e inquinamento, la verità? I modelli sono sbagliati
  2. Il caldo fa bene alla civiltà. E il clima è sempre cambiato
  3. Clima, il catastrofismo si basa su calcoli inaffidabili
  4. Così i media nascondono la verità sul clima

Ancora più grave è far nascere, dalla credenza AGW, decisioni politiche che limiterebbero le fonti energetiche alle sole fonti senza CO2 (idroelettrico, solare ed eolico) che sono invece soltanto un miraggio [5] in quanto notoriamente insufficienti [1, 5] a fornire ai paesi sviluppati (e soprattutto a quelli in via di sviluppo) la quantità di energia necessaria per gli ospedali, le fabbriche, i trasporti, le comunicazioni, l’illuminazione, l’igiene, la conquista dello spazio e ogni altra conquista realizzata grazie ai combustibili fossili (gas, petrolio e, ove necessario, anche il carbone).

Anche perché le fonti fossili sono le uniche accessibili ai paesi in via di sviluppo che sarebbero i più danneggiati dalla loro soppressione. Così come lo sarebbero paesi che, non potendo contare su livelli continui di soleggiamento, sarebbero costretti ad accompagnare le fonti solari con grandi quantità di batterie, fatte di metalli pesanti, la cui estrazione e smaltimento è più inquinante dei combustibili fossili.

Chi di noi non vorrebbe affidarsi solo a fonti energetiche come l’idroelettrico, il solare e l’eolico? Come sopra visto, non copriranno mai da sole il fabbisogno totale e ci vorrà del tempo per averne abbastanza, ma nel frattempo dobbiamo tenere i piedi per terra e non uccidere ciò che abbiamo.

Purtroppo, però, l’idroelettrico, il solare e l’eolico produrranno solo energia elettrica per i trasporti, comunicazioni, illuminazione ecc., ma non per altro. Un esempio di necessità del petrolio è la produzione delle plastiche che, certo, fanno inquinamento (che dovremo sempre più controllate) ma che restano essenziali, rientrando tra i componenti degli stessi pannelli solari, delle pale eoliche, delle auto elettriche, dei treni e dei natanti. Oltre a essere essenziali per il confezionamento di contenitori degi alimenti soggetti a contaminazione, per gli ambienti sterilizzati e antisettici degli ospedali, dai guanti dei chirurghi ai componenti per protesi, microchirurgia, cateteri per coronarografia, gastroscopia ecc [8]. Tutti strumenti e tecnologie che abbiamo e che non possiamo uccidere per rinunciare ai combustibili fossili.

5. Continua su Parte 6

Giuseppe Iazeolla, 1° gennaio 2024
*Professor of Computer Science Software Engineering and System Performance Modelling


[1] Battaglia F., “There Is No Climate Emergency: The Petition Sent by 1000 World Scientists to the UN”, Edizioni 21^ Secolo, 2021.
[2] Fagan B., Durrani N., “Climate Chaos. Lessons on Survival from Our Ancestors” Public Affairs 2021. “Storia dei cambiamenti climatici”, Italian version, Il Saggiatore, 2021.
3] Lindzen R., “Straight talk about Climate Change”, Acdemic Questions., Springer 2017.
[4] Pinna S., “Climate Change, the Religion of the 21st Century”, Geographical Spaces, Gruppo Editoriale Tab, 2019
[5] Craig D., “There is no climate crisis”, The Original Book Company, UK 2021.
[6] Porro N., “La grande bugia verde” (“The big green lie”), LiberiLibri 2024.
[7] Hughes R, “La Cultura del piagnisteo. La saga del politicamente corretto”, (“The Culture of Complaint”), Adelphi,1994.
[8] Rampini F., “Grazie Occidente!”, Strade Blu, Mondadori 2024.
[9] Iazeolla G., “Principi e Metodi di Simulazione Discreta”, Franco Angeli Editore, 2021.
[10] Lomborg B. “Falso Allarme. Perché il catastrofismo climatico ci rende più poveri e non aiuta il pianeta”, Fazi Editore 2024
[11] Idso C., Singer S.F., “Climate Change Reconsidered”, 2009 Report of the NIPCC (Nongovernmental Panel on Climate Change), The Heartland Institute, Chicago, IL.
[12] Dyson, F “Heretical thoughts about science and society”, https://www.edge.org/conversation/heretical-thoughts-about-science-and-society.