Leggendo Karl Löwith, filosofo inattuale allievo di Heidegger, si scopre come lo spirito europeo, se mai ne sia esistito uno, sia nato in Germania. Questo ideale di libertà per tutti gli esseri umani in quanto immagini viventi di Dio, persone “infinitamente libere”, ha trovato nel popolo tedesco, in particolare nella persona di Hegel, la sua casa natia. Dalla Francia ha tratto la sua legittimazione laica dopo la Rivoluzione del 1789, affermandosi come il grande ideale che avrebbe poi ammaliato il resto del mondo. Da sempre nella storia, gli elementi più importanti che costituiscono il vago concetto di Europa nascono in Francia e in Germania e da esse investono poi le altre nazioni “minori”. Come l’Italia per esempio.
Sembra che il vento che soffia dall’asse franco-tedesco stia cambiando, spirando sempre di più verso destra. La Germania, un tempo locomotiva d’Europa, sta vivendo forse il suo momento di crisi più grave. L’industria ha le gambe spezzate a causa della brusca interruzione delle forniture di gas russo. L’insolvenza degli istituti di credito è un incubo sempre più concreto. Le infrastrutture sono vecchie e cadenti, i treni non partono, i ponti crollano. Nelle regioni più povere, oltre al malcontento per le difficili condizioni economiche, monta sempre più forte la rabbia legata all’immigrazione. Gli immigrati sono percepiti come ladri di lavoro, portatori di delinquenza.
Esattamente come in Francia, dove la guerriglia urbana nelle periferie è ormai la norma e le violenze interraziali insanguinano la cronaca nazionale. La popolazione è sempre meno intimidita e sembra aver voglia di reagire allo sfacelo. E la reazione sarà convogliare i consensi nei partiti di destra più o meno estrema che, nutrendosi dell’angoscia sociale, ne fanno un propulsore di consensi. AfD, la destra tedesca, è attestata attorno al 20% nei sondaggi nazionali, un risultato clamoroso per un partito così conservatore, specie in un paese con la storia della Germania.
Oltralpe Marine Le Pen sembra aver dismesso i panni dell’agitprop (lasciandoli all’avversario Zenmour) per delle vesti più contenute ma senza abbandonare l’anima reazionaria. Forse in preparazione di una futura vittoria si iniziano a tirare fuori i vestiti buoni, quelli adeguati alla carica. I popoli che hanno dato anima e forma all’idea di Europa si stanno risvegliando, ma il loro non sarà un risveglio lieto. Sarà una sveglia gelida e piena di angoscia per il presente e il futuro e da essa, probabilmente, nascerà una nuova stagione politica tutta a destra. Difficile dire se sarà benefica o tutto rimarrà inalterato sotto la “burocrazia celeste” di Bruxelles.
La storia ci insegna che la volontà dei tedeschi si estende poi su tutta l’Europa. In Francia e Germania il vento soffia sempre più forte verso destra, una destra vera, reale, piena dell’angoscia di cui parlava Neumann. Forse vedremo presto lo spirito europeo assumere nuova forma. E magari quello stesso vento riuscirà a spazzare via quella burocrazia ottusa e autoreferenziale che da Bruxelles impone le sue direttive sovietiche a tutti noi.
O più banalmente sarà l’ennesimo incidente della storia, un altro “starnuto” dei popoli umiliati e offesi. Una vittoria delle destre europee potrebbe portare un vero cambiamento in questa vecchia Europa che di spirituale ha ormai ben poco. Solo le ragioni dei popoli possono portare rinnovamento. Un vento nuovo che oggi soffia verso destra.
Francesco Teodori, 18 febbraio 2024
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