Economia

Soldi ai sindacati, 3 proposte per indagare - Seconda parte

3. affidare una seria ispezione sulle attività non tanto agli ispettori del Ministero del Lavoro, quanto a forme ispettive delle Amministrazioni intermediate da patronati e Caf.

Sul primo punto le poche cose certe riguardano i trasferimenti pubblici: 700-800 milioni l’anno. Questa è la somma che lo Stato riconosce agli intermediari autorizzati. In questa somma non sono comprese le quote che individualmente i cittadini versano agli istituti di patronato e Caf per iscriversi e per avere seguita la propria pratica.

Chi è iscritto al sindacato non paga nulla? Allora si potrebbe riproporre il tema dimenticato delle quote sindacali e sulla consapevolezza della detrazione in busta paga o dal cedolino della pensione (ormai gli iscritti al sindacato sono in maggioranza lavoratori in pensione). Da presidente dell’Inps ebbi l’avventura di predisporre un’indagine sulla delega sindacale. Così come feci un esposto alla Procura su diversi casi di dichiarazioni patronali false (fatte per conto di persone defunte o ripetute per persone in vita). Nell’un caso e nell’altro non ho potuto registrare effetti e conseguenze, se non la fine della mia presidenza.

Sulle ispezioni mi limito a ricordare le parole dell’ex ministra Catalfo (M5s, lo scorso anno): “Il notevole ritardo con cui gli ispettori (ministeriali, ndr) hanno trasmesso gli esiti degli accertamenti ispettivi”, “le numerose discrasie tra le risultanze degli accertamenti”. La relazione presentata nel 2020 riguardava l’attività patronale del 2018. Ma l’ex ministra dovette ammettere che i dati delle ispezioni (per comprovare l’attività effettivamente svolta dai patronati) era ferma al 2013.

In buona sostanza lo Stato eroga contributi miliardari a fronte di auto-dichiarazioni. In queste condizioni potrebbe sembrare lunare l’idea di un punteggio sulla qualità (e sulla soddisfazione) del servizio erogato.

Antonio Mastrapasqua, 27 settembre 2021

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